morto dopo la colecistectomia laparoscopica, rapporto della commissione di inchiesta
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Nel rapporto della commissione si rilevano concetti che inducono ad una riflessione:
1-intervento di colecistectomia laparoscopica programmato,
2-perforazione di ansa ileale durante l'intervento (perforazione occasionale, involontaria, inavvertita-non si e' accorto della lesione),
3-reintervento chirurgico,
4-decesso dopo 10gg dall'intervento per shock settico,
5-chirurgo (professionalita'- preparazione del chirurgo)- operatore esperto,
6-curva di apprendimento,
7-frequenza dell'intervento/anno nella struttura (250 all'anno),
8-complicanze statistiche dell'intervento,
9-la complicanza e' stata diagnosticata e trattata nei tempi e modi previsti dalle linee guida.
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-se il chirurgo fosse stato meno esperto la colpa sarebbe piu' grave?
-se il chirurgo non avesse completato la curva di apprendimento?
-se nella struttura si facessero meno interventi simili?
-quanti interventi simili si devono fare nella struttura per considerarla sicura?
-dove sono documentate la complicazioni, per tipo di intervento, nelle strutture?
-quali sono le linee guida di riferimento?
-quanti interventi programmati deve fare il chirurgo per essere ritenuto affidabile?
-quanti interventi d'urgenza deve fare il chirurgo per essere ritenuto affidabile?
-quanti interventi devono essere fatti per ritenere una struttura affidabile?
-quale e' il volume di interventi programmati minimo per la sicurezza del paziente?
-quale e' il volume minimo di interventi urgenti per definire affidabile una struttura?
-il rapporto numero dei chirurghi e numero degli interventi della struttura assicura una curva di apprendimento per tutti?
-il rapporto numero dei chirurghi e numero degli interventi della struttura assicura la affidabilita'/sicurezza della struttura?
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Non sarebbe il caso di applicare gli stessi criteri di valutazione che vengono utilizzati per i punti nascita?
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