sabato, aprile 22, 2006

chirurgo professionista/chirurgo operaio

Il chirurgo professionista si differenzia dal chirurgo operaio per la sua responsabilità completa.


Il cliente-paziente si rivolge al chirurgo professionista e tutto il percorso diagnostico-terapeutico è a responsabilità unica, di un solo professionista (in tutti gli aspetti del saper essere, sapere e saper fare).

Il cliente-paziente si rivolge al chirurgo operaio (per scelta o per caso) e durante il percorso diagnostico-terapeutico la responsabilità è frazionata per ogni chirurgo che interviene nelle tappe del percorso (responsabilità professionale nei suoi aspetti di sapere essere, sapere e saper fare).

E' evidente che tutti preferirebbero (per ovvi ed evidenti motivi) essere trattati dal chirurgo professionista (cosa che al momento è possibile solo a pagamento-libera professione oppure per conoscenza o raccomandazione o amicizia).
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venerdì, aprile 21, 2006

il chirurgo professionista

Il chirurgo professionista, al contrario del chirurgo operaio, si occupa di tutto quello che riguarda il paziente.

Il chirurgo professionista inserisce in lista operatoria di attesa il paziente X.
Il chirurgo professionista controlla che tutto sia regolare della visita dell'anestesista e degli esami pre-operatori fatti dal paziente X.
Il chirurgo professionista opera personalmente il paziente X.
Il chirurgo professionista segue il decorso post-operatorio del paziente X.
Il chirurgo professionista decide e dimette personalmente il paziente X.
Il chirurgo professionista rivede, a controllo ambulatoriale post-ricovero, il paziente X da lui personalmente operato.
Il chirurgo professionista è responsabile personalmente di tutto quello che riguarda il paziente X, dal momento della decisione dell'intervento chirurgico alla dimissione dopo l'intervento chirurgico, alla visita di controllo dopo il ricovero.
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giovedì, aprile 20, 2006

il chirurgo operaio 2

Il chirurgo operaio imperversa.

Il chirurgo A inserisce il paziente X in lista di attesa.
Il chirurgo B controlla la lista di attesa e che vengano fatti gli esami di preospedalizzazione al paziente X.
Il chirurgo C "accoglie" e controlla gli esami fatti dal paziente X e che già erano stati controllati dall'anestesista, fa firmare il consenso informato al paziente X.
Il chirurgo A opera il paziente X.
Il chirurgo D controlla il paziente X nel post-operatorio.
Il chirurgo E decide la dimissione del paziente X.
Il chirurgo F controlla in ambulatorio, dopo la dimissione, il paziente X.
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mercoledì, aprile 19, 2006

il chirurgo operaio

Il chirurgo operaio ospedaliero di turno all'accoglienza dei pazienti che verranno operati il giorno dopo.

Il chirurgo operaio di turno all'accoglienza dei pazienti che verranno operati il giorno dopo controlla quello che è stato fatto dall'anestesista, se manca qualche cosa, se tutti gli esami previsti sono stati fatti (cosa che l'anestesista ha già fatto per conto proprio), controlla che tutto sia a posto, fa firmare il foglio del consenso (avete capito bene, il foglio del consenso informato viene fatto firmare il pomeriggio precedente il giorno dell'intervento, non dal chirurgo che effettuerà l'intervento chirurgico, quindi un puro atto amministrativo).
La cartella clinica viene compilata (da ricordare che l'anestesista non da l'ok all'intervento se tutto non è fatto ed è in regola), quindi controllo su controllo.
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martedì, aprile 18, 2006

il chirurgo operaio ospedaliero

Il "chirurgo operaio" ospedaliero, il "chirurgo operaio" è solo ospedaliero.

La figura del "chirurgo operaio" esiste solo in ospedale.
Ieri c'era il turno dell'ambulatorio chirurgico post-ricoveri, è turno,un ambulatorio, dove vengono controllati i clienti dimessi dall'ospedale dopo un intervento chirurgico.
L'ambulatorio dei post-ricoveri (denominazione ufficiale) è un misto, tratta sia i post-ricoveri (anche se dovrebbe essere solo per questi) che i clienti bisognosi di medicazione, di fatto è misto infermieristico-medico.
In ambulatorio ci sono un infermiere professionale ed un chirurgo, i clienti sono prenotati ogni 10 minuti, cioè ogni 10 minuti c'è un cliente; dura dalle 15.00 alle 18.00 per un totale di 18 clienti prenotati (da aggiungere quelli fuori prenotazione che in genere sono da 3 a 6 per necessità urgenti o non derogabili o raccomandati).
Immaginate cosa sono 10 minuti: il cliente entra, ci si saluta, si verifica la necessità, si esegue la prestazione, si completa la burocrazia (fogli da riempire sempre più numerosi), ci si saluta, avanti il prossimo.
Per rientrare nei tempi bisogna essere frettolosi, cosa esecrabile in un rapporto medico-cliente, ma così è.
Il cliente non sa che il tempo a sua disposizione è di 10 minuti.
Chi avrà stabilito che 10 minuti sono sufficienti? Viva i numeri, non la qualità!
Il Dott Tersilli ha insegnato, ed evidentemente qualche burocrate ha appreso, la correttezza delle scelte.
Provate a verificare quante cose si possono fare in 10 minuti di orologio specialmente in un rapporto medico-paziente.

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domenica, aprile 16, 2006