sabato, dicembre 30, 2006

la stupidita'

Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.
La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona stessa.
Una persona stupida è una persona che causa un danno a un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita.
Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. In particolare i non stupidi dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, ed in qualunque circostanza, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore.
La persona stupida è il tipo di persona più pericoloso che esista.
(Carlo M. Cipolla, Allegro ma non troppo)

a cura di Massimo Adinolfi

http://www.leftwing.it/index.php?id=1150

sabato, dicembre 23, 2006

il cervello

E' impressionante il cervello.

Sneondo uno sdtiuo dlel'Untisveria' di Cadmbrige, non irmptoa cmoe snoo
sctrite le plaroe, tutte le letetre posnsoo esesre al pstoo sbgalaito, e'
ipmtortane sloo che la prmia e l'umltia letrtea saino al ptoso gtsiuo, il
rteso non ctona. Il cerlvelo e' comquune semrpe in gdrao di decraifre tttuo
qtueso coas, pchere' non lgege ongi silngoa ltetrea, ma lgege la palroa nel
suo insmiee....

vstio?

Sneodco te.... csoa czazo si funamo a Cadmbrigie?

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Auguri di Buone Feste a tutti

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La luna e' in cielo anche quando non si vede
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lunedì, dicembre 18, 2006

rischio clinico ed errori dei medici

Si legge spesso degli errori dei medici, si legge di rischio clinico, si formano manager di rischio clinico.
Si pretende, giustamente, di riempire fogli di carta per erigere muri al rischio clinico ed erigere muri agli errori dei medici.
L'organizzazione clinica si plasma per evitare gli errori, si utilizzano risorse economiche per prevenire gli eventi avversi e quindi gli errori, si diffonde in pratica il sospetto e la colpevolizzazione per obbligare all'attenzione finalizzata ad evitare l'errore.
E l'uomo?
I turni di guardia sono di 12 ore diurni sia feriali che festivi, 12 ore di notte.
I turni di reperibilita' sono di 24 ore nei giorni feriali e di 48 ore prefestivi+festivi.
Gli stessi Direttori che sono impegnati nel rischio clinico impongono i turni di lavoro.
Il contratto di lavoro prevede solo guardie di notte di 12 ore, guardie festive diurne di 12 ore e reperibilita' di 12 ore nei giorni feriali e di 24 ore nei giorni festivi.
Dove e' la coerenza?
Come e' possibile che su un argomento cosi' serio si possa fingere l'interesse a prevenire l'errore medico?
Chi controlla i controllori?
L'assurdo e' che si scrivono fogli di carta per prevenire l'errore medico e si pretende che lo stesso chirurgo stia 12 ore in sala operatoria di giorno e poi lavori anche la notte!!!!!!


:icon_cool:

venerdì, dicembre 15, 2006

controllo/responsabilizzazione

Azienda Sanitaria, l'ospedale fa parte di una azienda quindi e' azienda.
Il chirurgo dirigente aziendale non puo' essere ignorante di cultura aziendale, il Direttore peggiore (in azienda) e' quello che si basa sul "controllo", l'ignoranza induce a credere che "controllo" significa qualita' e muro al rischio ed all'errore.
Il "controllo" prevede la "sanzione" e quindi tendenzialmente la "persona" tende a fare meno.
Il "controllo" e' efficace nelle comunita' di ignoranti e di primitivi.
La "responsabilizzazione" e' il metodo che, attualmente, rende i migliori risultati sia qualitativi che quantitativi.
La dirigenza medica deve lavorare basandosi sulla responsabilizzazione, altri sistemi sono destinati al fallimento.

Come responsabilizzare in maniera piena le persone in azienda.

La risorsa "persona" e' cio' di cui un manager ha bisogno.
L'azienda vincente riesce a far esprimere ad ogni suo dipendente tutto il proprio potenziale lavorativo. Per essere competitivi e' indispensabile responsabilizzare a pieno le persone in azienda, attraverso strategie e tattiche di motivazione, coinvolgimento e delega.

Conoscere la propria azienda per far rendere al massimo i propri dipendenti.
Se il manager non ha una chiara consapevolezza della propria realta' aziendale, non puo' disporre del "know-how" per motivare ed incentivare al massimo il lavoro di tutte le persone che vi operano.
Conoscere la propria realta' organizzativa vuol dire:
-avere chiara comprensione del "clima" organizzativo;
-comprendere l'assetto motivazionale delle persone;
-comprendere gli stili di leadership;
-impiantare un sistema condiviso di valutazione meritocratico-premiante.

Ridurre il controllo per aumentare l'autonomia.
Esercitare un controllo eccessivo in azienda e' la conseguenza di scarsa responsabilizzazione delle persone. Il controllo, inoltre, rappresenta un costo invisibile e un dispemdio di risorse utili.
Obiettivo del manager vincente deve essere trasmettere know-how ai collaboratori per trasferire un adeguato livello di autonomia e rendere ciascuno di loro un risolutore di problemi (problem solver).



:icon_cool:

martedì, dicembre 12, 2006

con turni troppo lunghi medici rischiano piu' errori

Con turni troppo lunghi medici rischiano più errori

Nell'indagine sono stati coinvolti 2.737 medici al loro primo anno di lavoro dopo la laurea, che hanno completato in totale 17.003 report mensili sul loro rendimento professionale

Turni di lavoro troppo lunghi e aumenta il rischio per il medico di compiere errori a volte fatali per i pazienti. A confermare ciò che i "camici bianchi" denunciano da sempre è uno studio condotto dagli esperti del Brigham and Women's Hospital e dell'Harvard Medical School (Usa), pubblicato sulla rivista "Plos Medicine".

Nell'indagine sono stati coinvolti 2.737 medici al loro primo anno di lavoro dopo la laurea, che hanno completato in totale 17.003 report mensili sul loro rendimento professionale. Secondo i calcoli degli esperti, se in un mese si è lavorato anche un solo giorno per 24 ore consecutive, si ha il triplo delle possibilità di fare un errore prevenibile perchè correlato alla stanchezza. Il pericolo aumenta di sette volte se si è fatta una 'lunga' per cinque volte in un mese. Viceversa - si fa notare su Plos Medicine - un altro trial randomizzato effettuato nelle unità di terapia intensiva ha dimostrato che eliminare i turni troppo lunghi riduce significativamente gli errori.

da: DoctorNews 12 dicembre 2006, anno 4, numero 206

lunedì, dicembre 04, 2006

stile dirigenziale

La piu' rozza tipologia di conduzione di una SC di Chirurgia Generale e': divide et impera!
Nel 2006, nella istituzione pubblica, si vedono ancora Direttori che credono di essere "padroni" e che, considerando la SC come propria, curano la propria bottega con il "divide et impera".
Fino a quando?
Siamo stanchi di questo tipo di Direttori!
In fondo sono pagati con i soldi delle tasse che paghiamo e loro ricercano solo il proprio interesse.

giovedì, novembre 30, 2006

lo zodiaco

ARIETE: Dio, ti prego, dammi la pazienza... e ti prego, fallo subito!

TORO: Dio, ti prego, aiutami ad accettare i cambiamenti, ma non così
in fretta.

GEMELLI: Dio! Chi è Dio? Dov'è Dio? Perché è Dio?

CANCRO: Dio, ti prego!!!

LEONE: Chi mi chiama?

VERGINE: Dio, ti prego, rendici perfetti, e non distrarti come hai
fatto l'ultima volta.

BILANCIA: Dio, ti prego, aiutami ad essere più deciso, ma d'altra
parte, cosa pensi sia meglio per me?

SCORPIONE: Dio mio, rimetti a noi i nostri debiti, come noi li
rimettiamo ai nostri debitori, anche se quegli stronzi non se lo
meritano proprio.

SAGITTARIO
: Dio, come ti ho già pregato un milione di miliardi di
volte, aiutami a non esagerare.

CAPRICORNO
: Dio mio, mi piacerebbe chiederti di aiutarmi, ma ho
imparato molti anni fa a non fidarmi di nessuno!

ACQUARIO
: Dio mio, lo sai che i cambiamenti mi piacciono, ma questo
caos è ridicolo!

PESCI: Dio mio, poiché ho intenzione di ubriacarmi stanotte, prendi le
mie bevute come un inno alla tua gloria.

(da ICS)

giovedì, novembre 23, 2006

comunicare con lo staff

Lo spirito di squadra


Carmela D’Amico, Bollettino SIFO, su "Comunicare col tuo staff ".


Questo libro, come espressamente dichiarato nell'introduzione, si propone di esplorare nuovi metodi di comunicazione aziendali utili per migliorare la pratica professionale, in particolare quella medica.

La comunicazione

La comunicazione riguarda tutti e non possiede contrario, non esiste cioè la non-comunicazione. Esiste, però, ed è esperienza comune soprattutto in ambito lavorativo, la comunicazione inefficace, quella che non centra l'obiettivo o viceversa riesce a creare o a peggiorare conflitti preesistenti. Quanto scritto dagli autori, sebbene faccia riferimento al mondo lavorativo americano, offre ad ognuno di noi spunti interessanti sia per l'analisi del contesto in cui si opera sia eventuali suggerimenti da apportare alla propria realtà.
Il libro si articola in due parti, suddivise in nove capitoli.

La prima prende in considerazione il modello comunicativo e ciò che la comunicazione si propone di realizzare (cap. 1). Interessante è, a mio avviso, l'analisi del modo in cui affiorano i possibili problemi comunicativi. Diversi possono essere i fattori di distorsione della comunicazione e spesso portano come conseguenza il deterioramento delle relazioni interpersonali in ambito lavorativo.

Da qui l'importanza rivestita dall'efficacia del processo comunicativo, indissolubilmente connessa con la scelta del linguaggio, delle modalità espressive e dell' atteggiamento più appropriato al contesto e/o all'obiettivo. Queste valutazioni fatte sono poi completate dall'analisi sui modi più consoni di porre ed accettare le critiche, di risolvere i conflitti e di creare coesione all'interno di uno staff (cap. 2). Questa parte dovrebbe essere letta attentamente da tutti noi. Spesso si tende a dimenticare infatti che etimologicamente "comunicare" vuoi dire "trasmettere" e ciò si può realizzare con modalità ed impatti diversi in base a come ogni messaggio è "trasmesso".

Chiude questa prima parte il terzo capitolo, in cui sono analizzate le diversità culturali. In una realtà multi etnica come quella americana, descritta dagli Autori, è difficile riuscire a creare un team coeso se non si ha prima conoscenza e rispetto delle diversità culturali e religiose di ognuno. Nel libro sono, ad esempio, confrontati possibili comportamenti di membri di uno staff appartenenti ad etnie e/o religioni diverse; ciò pone in luce come quanto può essere "normale" o spiritoso per qualcuno, di fatto, può rivelarsi inopportuno o, addirittura, quasi offensivo per altri.

Il lavoro di gruppo

La seconda parte di questo volume si incentra sulle tecniche di comunicazione. Nel quarto capitolo vengono analizzate le diverse tecniche di management. Nei due successivi la trattazione si concentra in particolar modo su due: l'empowerment e la collaborazione. Entrambe sono indispensabili: l'empowerment riesce a dare "autonomia collaborativa" ad uno staff, la comunicazione diventa così uno strumento importante nel raggiungimento di obiettivi comuni. In particolare, le aziende e le organizzazioni socio-sanitarie sono sempre più sottoposte, qualunque sia il contesto di cui si parla, americano o italiano, a molteplici pressioni provenienti dall' ambiente socio-economico.

La necessità di migliorare la qualità dei servizi, valorizzando le risorse umane e tecnologiche, fa sì che esse debbano avere le capacità di adeguare i modelli organizzativi e le logiche operative di finanziamento. Avere tecniche, strumenti, informazioni più approfondite per praticare una buona comunicazione si rivela da tempo un'esigenza irrinunciabile nell'ambiente sanitario, soprattutto oggi, in un contesto di accentuata gestione manageriale del settore.

In questo processo di "ristrutturazione" il team ed il lavoro di gruppo rappresentano sicuramente una delle basi di un nuovo modello di assistenza sanitaria che consente l'integrazione delle diverse professionalità, la condivisione delle informazioni e l'ottimizzazione dei percorsi assistenziali, ma soprattutto il raggiungimento di un obiettivo comune prioritario. Capacità di comunicare in modo efficace e abilità nella leadership costituiscono conseguentemente le chiavi per gestire efficacemente questo cambiamento. Saper creare un "team armonioso" può sicuramente favorire il raggiungimento di obiettivi comuni (cap. 7).

Nell' organizzazione attuale, meno gerarchica rispetto al passato, il lavoro di gruppo di uno staff coeso diventa l'arma vincente per realizzare un obiettivo. La possibilità di utilizzare al meglio le nuove tecnologie è il tema dell'ottavo capitolo, in cui viene fatta soprattutto un'attenta panoramica su tutti i mezzi comunicativi disponibili e sul loro uso più appropriato.

Chiude il libro il capitolo sulla capacità/necessità di tenere alto il morale di uno staff, argomento meno banale di quanto potrebbe sembrare in apparenza, perché può contribuire a creare all'interno di un team lavorativo quella coesione auspicata.

22 novembre 2006


Recensione pubblicata su Bollettino SIFO, n. 3, maggio-giugno 2006, p 134.

sabato, novembre 18, 2006

la pagella dei dipendenti

Tutte le grandi Aziende riconoscono l'importanza della considerazione dei dipendenti.


La pagella fatta dai dipendenti ai dirigenti (specialmente per i Direttori) e' il primo valore per garantire il successo aziendale e la soddisfazione dei clienti:


da "il sole 24 ore"


Verra' il giorno che sara' cosi' anche per gli Ospedali pubblici?

venerdì, novembre 17, 2006

risparmiare sui farmaci

Per risparmiare sui farmaci bisogna utilizzare i farmaci generici, come mai negli Ospedali si usano i farmaci generici niente o quasi?

:icon_cool:

giovedì, novembre 09, 2006

Associazione Dirigenti Medici Chirurghi

Associazione Dirigenti Medici Chirurghi del Servizio Sanitario Nazionale.
Negli anni '70 c'era l'ANAAO (Associazione Nazionale Aiuti Assistenti Ospedalieri), associazione di categoria che nacque per esigenze precise: difendere gli interessi degli Aiuti e degli Assistenti contro lo strapotere dei Primari Ospedalieri.
Attualmente, 2006, siamo nelle stesse condizioni.
L'Aziendalizzazione degli Ospedali, la trasformazione degli Ospedali in Azienda, ha ricondotto indietro di 35 anni le condizioni dei medici ospedalieri.
Nel 2006 il potere dei Direttori riduce i Dirigenti Medici (collaboratori) alle condizioni degli Aiuti e degli Assistenti degli anni '70.
Infatti sono loro a scegliere i propri vice direttori e ad assegnare i casi a proprio insindacabile giudizio (distribuendo premi ai servi e spesso facendo tutto in proprio, in chirurgia ma anche in medicina).
E' venuto il momento dello spirito della prima ANAAO in forma moderna: ADMC - Associazione Dirigenti Medici Chirurghi del Servizio Sanitario Nazionale.
Dall'ADMC sono esclusi i Direttori.
Si raccolgono adesioni!!

domenica, novembre 05, 2006

ordine di servizio

Molti dirigenti superiori in difficolta' organizzative, nel senso che non sanno organizzare (anche se sono pagati per organizzare) e nella incapacita' di "gestione" dei collaboratori per mancanza di caratteristiche umane, spesso ricorrono agli "ordini di servizio".


E' palese che il ricorso all'"ordine di servizio" significa imporre con autorita' quello che non si e' capace di ottenere con autorevolezza.


A completamento dell'indice di incapacita' si aggiunge l'ignoranza sulle modalita' di emanazione di un "ordine di servizio" , infatti c'e' chi pretende di emanare (e lo fa ! ) un "ordine di servizio" con una ordinaria e-mail !!!!!!!


Come e' possibile che nel 2006 esistano dirigenti superiori aziendali che agiscono in questo modo?


Normalmente l'immagine di una Azienda e' determinata anche dai comportamenti dei suoi dirigenti superiori, cosa bisogna pensare di una Azienda che utilizza dirigenti superiori ignoranti? Figuratevi che questo tipo di Azienda e' una Azienda Sanitaria !


Per chi volesse informazioni sull' "ordine di servizio" puo' consultare: ordine di servizio , tratto da un sito per infermieri ma vale anche per i medici.


Io speriamo che me la cavo.


:icon_smile:

mercoledì, novembre 01, 2006

gli altri

…non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te!

martedì, ottobre 24, 2006

errori medici uccidono 90 italiani al giorno

Errori medici uccidono 90 italiani al giorno
Il 50% degli 'sbagli in corsia' potrebbe essere evitato, migliorando l'organizzazione delle strutture sanitarie
Da 30mila a 35mila morti l'anno, circa 90 al giorno. In Italia gli errori medici fanno più vittime degli incidenti stradali, dell'infarto e di molti tumori, con costi annuali stimati in 10 miliardi di euro (1% del Pil). Eppure il 50% degli 'sbagli in corsia' potrebbe essere evitato, migliorando l'organizzazione delle strutture sanitarie e offrendo ai 'camici bianchi' strumenti anti-svista ad hoc. Per definire i numeri dell'emergenza e studiare soluzioni è in corso oggi alla Fondazione Irccs Istituto nazionale tumori (Int) di Milano un convegno promosso dall'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) in collaborazione con il gruppo Dompé Biotec. Riuniti intorno a uno stesso tavolo specialisti oncologi e giuristi, che auspicano di ricevere anche dalle istituzioni - in primis dal ministero della Salute - una risposta mirata all'allarme sinistri.

"Sui dati degli errori medici in Italia c'è molta confusione, e molte cifre vanno ridimensionate o interpretate", ha spiegato ai giornalisti Emilio Bajetta, presidente dell'Aiom e direttore della Struttura complessa di Oncologia medica 2 all'Int. Secondo l'Aaroi (Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani) le vittime italiane di errori medico-sanitari sono 14mila l'anno, mentre secondo l'Assinform arrivano a 50mila. Per gli esperti riuniti a Milano "una stima realistica fissa il numero di morti a 30-35mila l'anno, pari al 5,5% del totale decessi". A guidare la classifica dei reparti più a rischio - fonte 'Toscana Medica' - c'è la sala operatoria (32%), seguita da dipartimento degenze (28%), dipartimento urgenza (22%) e ambulatorio (18%). Mentre la specialità più sotto accusa - fonte Tribunale per i diritti del malato - è l'ortopedia (16,5%), seguita da oncologia (13%), ostetricia e ginecologia (10,8%) e chirurgia generale (10,6%). "Ma il contenzioso in oncologia è in netto calo - ha assicurato Bajetta - con percentuali attualmente scese dal 13% al 10%. E il 90% dei medici o degli ospedali citati in giudizio viene assolta".

da: Doctornews 24 Ottobre 2006 - Anno 4, Numero 173

giovedì, ottobre 05, 2006

garza in addome (pancia)

Corte dei Conti
Casi di negligenza professionale
Responsabilità amministrativa per colpa grave, ravvisata in condotta superficiale; c.d. conta delle garze

Massima

La mancata rimozione di garza laparotomica dall'addome della paziente è fonte certamente di colpa grave versandosi non già in un caso di errore diagnostico, bensì in una fattispecie di grave negligenza colpevolmente serbata in occasione della ordinaria esecuzione delle procedure e delle tecniche chirurgiche: trattasi dell'omesso espletamento della c.d. "conta delle garze", che serve a verificare che all'esito dell'intervento chirurgico residui un numero di garze pari alla differenza tra quelle a disposizione prima di cominciare l'intervento e quelle in concreto utilizzate. Non è ammissibile, che medici chirurghi preposti all'ordinario espletamento di pratiche operatorie consuete e "routinarie", pongano in essere omissioni ed errori di siffatto genere. Tali omissioni, al contrario, evidenziano superficialità di condotta e leggerezza operatoria meritevoli di adeguata sanzione risarcitoria. E ciò anche in assenza di particolari condizioni di urgenza o di confusione che oggettivamente possano qualificare come "scusabile" l'errore professionale in cui gli stessi incorsero. (Avv. Ennio Grassini - www.dirittosanitario.net)


Doctornews
5 Ottobre 2006 - Anno 4, Numero 162

lunedì, settembre 25, 2006

cassazione/cure senza consenso: paga soltanto l'ASL

cassazione/cure senza consenso: paga soltanto l’ASL

Sulla violazione del consenso informato le responsabilità sono esclusivamente del medico esecutore: lo specialista che ha dettato le prescrizioni non è invece soggetto ad alcun obbligo. Linea dura della III sezione civile della Cassazione nella decisione n. 5444 del 14 marzo scorso, con cui ha confermato la condanna al risarcimento danni a carico di un’azienda sanitaria e della compagnia assicurativa, assolto il professionista esterno e addebitato la colpa esclusivamente all’ospedaliero. Che aveva effettuato un trattamento radioterapico senza spiegare le eventuali conseguenze nocive. Dalle 38 pagine della sentenza emerge un preciso monito: «L’obbligo del consenso informato è a carico del sanitario che, una volta richiesta dal paziente l’esecuzione di un determinato trattamento, decide in piena autonomia di accogliere la richiesta e di darvi corso, a nulla rilevando che l’istanza derivi da una prescrizione di un altro medico ». Motivazione con la quale il collegio del Palazzaccio (presidente Dova, relatore Frasca) ha analizzato la vicenda di una donna affetta da cancro, sottoposta a radioterapia e successivamente deceduta, senza essere stata concretamente edotta sulle controindicazioni. Quando era ancora in vita aveva chiesto il risarcimento al tribunale di Genova che, in primo grado, aveva ritenuto colpevole anche lo specialista che aveva prescritto quella specifica cura. In appello e in Cassazione, il professionista esterno veniva sollevato da qualsiasi risarcimento perché non aveva il compito di spiegare l’esistenza di eventuali conseguenze dannose. A farlo doveva essere il personale in servizio presso la Asl, limitatosi invece a un colloquio nel quale si paventava solo «un rischio di stipsi e non di blocco intestinale », come confermato dal marito della donna. Il nesso causa-effetto tra la terapia radiologica e il decesso della paziente viene addebitato al «deficit di informazione e all’impossibilità del paziente di assentire (o di evitare) il trattamento sanitario con una volontà consapevole ». Sono state riscontrate violazioni agli articoli 13 e 32 della Costituzione sull’inviolabilità della libertà personale e sull’impossibilità di obbligare un individuo a una terapia sanitaria, se non per disposizione di legge. Trasgredito anche l’articolo 33 della legge 833/78 nel quale si impediscono i trattamenti medici contro la volontà del paziente. La donna non venne messa nella condizione di comprendere la presenza di controindicazioni, anche se i terapeuti della Asl, nel ricorso per Cassazione, avevano evidenziato l’assenza di un preciso collegamento tra l’esistenza del consenso informato e l’aggravarsi della malattia. I sanitari dichiaravano di non aver avuto una condotta imprudente o negligente. Corte d’appello di Genova e Cassazione hanno respinto la tesi assolutoria, sostenendo «la responsabilità sotto un profilo diverso, non riconducibile al trattamento (se eseguito correttamente o meno) ma a un fattore - quello del consenso informato - che si inquadra nell’attività di esecuzione del trattamento stesso». Il risarcimento di quasi 400mila euro sarà pagato dalla Asl e dall’assicurazione in favore degli eredi. G.Mast.

Il Sole 24 ore Sanita’ - Aprile 2006

mercoledì, settembre 20, 2006

multa al medico che ingiuria il collega

Vanno considerate diffamatorie le
frasi dette da un medico a un
collega, nelle quali si ravvisi un particolare
astio e una lesione della deontologia
professionale. Altri aspetti
che, configurando l’ingiuria, sono la
perdita di immagine nei confronti dei
colleghi e la critica ingiustificata di
un particolare aspetto della professione,
quello del rapporto di fiducia tra
sanitario e paziente, un rapporto «di
altissimo profilo morale».
A occuparsi di una diatriba tra chirurghi
è la Corte d’appello di Milano
(seconda sezione) in una sentenza depositata
in segreteria il 22 giugno
scorso (la decisione è stata presa nella
camera di consiglio del 15 giugno)
che conferma la decisione di primo
grado del giudice unico del tribunale
di Milano (datata 22 febbraio 2005).
Il dottore era stato condannato a
una multa di 350 euro (non menzione
al casellario) e a un risarcimento danni
di 5mila euro per aver diffamato il
collega in una lettera inviata per conoscenza
anche al direttore scientifico e
al commissario straordinario della
struttura ospedaliera. La missiva, che
era comunque una risposta, conteneva
la frase che è costata la pesante
sanzione.
Ecco il passaggio incriminato: «Il
dottore manifesta discutibile senso di
responsabilità verso i pazienti, disinteresse
decisionale verso i malati, scomparsa
dalla gestione dei contatti col
paziente e i familiari, nonché dai rapporti
con i colleghi».
Inoltre venivano elencati sette casi
nei quali si erano verificati comportamenti
negligenti, compreso un episodio
di una garza rimasta nell’addome
di una paziente.
In realtà la dimenticanza non era
attribuibile a quel medico, ma si trattava
di una falsità «idonea a ingenerare
nel lettore la convinzione o anche
solo il sospetto di un’attribuibilità di
tale fatto al dottore».
La frase ingiuriosa e l’accusa infondata
sono i due elementi fondamentali
per respingere il ricorso in
appello, nel quale il medico condannato
chiedeva che le sue espressioni
rientrassero nel diritto di critica. «Tale
scriminante - precisa la Corte -
trova un limite interno nella veridicità
del fatto storico che, nella fattispecie,
non sussiste».
Oltre alle «insinuazioni» anche il
«significato delle espressioni» e il
«contesto in cui si inseriscono» sono
aspetti fondamentali della diffamazione.
A questi fattori si aggiunge il
«riferimento, del tutto immotivato» a
presunte negligenze «idonee a ingenerare
la convinzione o anche solo il
sospetto di tale fatto al soggetto». Anzi,
tali episodi «rappresentano la cartina
di tornasole dell’animus che sorreggeva
la condotta dell’imputato».
Si evince, insomma, la volontà di
offendere, aggredire l’interlocutore e
svilire l’immagine dello stesso nei
confronti di colleghi o di terzi interessati.
Gabriele Mastellarini
CORTE D’APPELLO DI MILANO
Multa al medico che ingiuria il collega

venerdì, settembre 15, 2006

fast track surgery

Fast Track Surgery.

La "fast track surgery" e' il percorso veloce in chirurgia, la accellerazione dei tempi delle varie fasi del ricovero per intervento chirurgico (fase pre-operatoria, fase operatoria, fase post-operatoria).

Lo scopo e' la riduzione dei tempi di degenza ospedaliera.

Per capire questa nuova realta' bisogna ricordarsi quello che succedeva fino a qualche anno fa.

L'esempio piu' utile e' quello della colecistectomia per calcoli biliari; prima era programmata una degenza di 7 giorni, con il tempo la degenza si e' ridotta a 4 giorni poi a 2 giorni con la chirurgia laparoscopica (mini-invasiva).

Con la "fast track surgery", il percorso veloce, si puo' programmare una degenza di 1 giorno, in qualche ospedale straniero anche 12 ore (no pernottamento).

Fantasia? Azzardo? No, programmazione e progresso.

L'intervento chirurgico di colecistectomia in laparoscopia rappresenta il 20% degli interventi chirurgici di un reparto di chirurgia generale in 1 anno.
Una fetta di budget significativa sul totale del budget del reparto di chirurgia generale.

Il costo di un intervento di colecistectomia e' rappresentato anche dalla ospedalizzazione, mentre quello di sala operatoria ha raggiunto un livello difficilmente comprimibile quello del ricovero puo' essere ulteriormente comprimibile limitandolo a 24 ore (una notte).

L'obiettivo delle 24 ore per un intervento di colecistectomia laparoscopica e' attuale senza particolari necessita' di "fast track surgery", in definitiva si e' adattata l'organizzazione alle necessita' mentre l'utilizzo piu' generale della "fast track surgery" richiede una riconversione interdisciplinare della "macchina" chirurgia.

L'essenza stessa della "fast track surgery" prevede la partecipazione del paziente, la modifica della tecnica anestesiologica, la gestione del dolore, la modificazione dei comportamenti di assistenza infermieristica e la modifica dei concetti di assitenza medica post-operatoria.

Ad una prima valutazione il tutto sembra facile e realizzabile ma basta ricordarsi che l'ambiente chirurgico e' tradizionalista per eccellenza (famosa la frase "il mio maestro mi ha insegnato cosi' " oppure "il mio maestro faceva cosi' " o anche "si fa secondo scuola".

Questo evidenzia il problema dell'implementazione della “fast track surgery”.

Ad aggravare la difficolta' del cambiamento c'e' l'imperativo di agire secondo EBM (Evidence Based Medicine), cioe' sciegliere la terapia che ha basi di dimostrata efficacia cosa che nella "fast track surgery" non esiste.

Non esiste nessuna dimostrazione di efficacia della metodologia "fast track surgery", non esistono dimostrazioni di efficacia sull'outcome dei pazienti operati in "fast track surgery" rispetto a quelli operati normalmente (vogliamo definirli operati in "normal track surgery"?).
L'imperativo economico di ridurre le spese condiziona l'assurdo di privilegiare l'EBM e contemporaneamente la "fast track surgery".

Al di la' dell'apparente contradizione della opportunita' di scelta per risparmiare e' certo che la necessita' di risparmiare ha indotto un progresso in ambito chirurgico.

Sono caduti molti tabu' dell'ambiente chirurgico, sono tali e tanti i tabu' caduti che il moderno chirurgo generale e' completamente diverso da quello della generazione precedente.

Il chirurgo che non si ricicla e' destinato all'emarginazione se non alla morte professionale.

Il progresso attuale ha come motore, non unico, l'interesse industriale per lo sviluppo della tecnologia e l'interesse sociale di sopprimere lo spreco e risparmiare sulle risorse economiche rivolgendo l'attenzione alla spesa sotenibile.

Oggi si legge e si parla di "fast track surgery" ma siamo coscienti che nel futuro esistera' una sola chirurgia che avra' le caratteristiche della "fast track surgery".

Nei paesi scandinavi si e' affermata la "fast track surgery" con realta' consolidata di:
- colecistectomia laparoscopica: > 80% dimessi nello stesso giorno
- fundoplicatio: > 90% <23 hr
- interventi colon-retto open e laparoscopici: 2-4 giorni di degenza ospedaliera
- mastectomia: 90% < 1 giorno
- surrenectomia laparoscopica: < 1 giorno
- paratiroidectomia: 90% su base ambulatoriale
- tiroidectomia: < 1 giorno
- chirurgia polmonare: 1 giorno, 4-5 giorni a seconda dell'intervento.

Questi risultati della "fast track surgery" si basano anche sulla continuita' assistenziale sul territorio e su una completa assistenza ambulatoriale.
Il sospetto e' che la spesa risparmiata in ospedale si utilizzi poi sul territorio.

L'aspetto scientifico ci guadagna in assoluto e si prospettano nuove conoscenze di fisiopatologia specialmente nella "surgical stress syndrome".

Visti gli ottimi risultati della “fast track surgery” la ricerca si e’ indirizzata alla revisione dei concetti che erano alla base del trattamento del paziente chirurgico ed al confronto dell’outcome.

Felice Apicella, MD, FCCP

apicellafelice@yahoo.com
www.feliceapicella.it
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Su richiesta si fornisce la bibliografia.

venerdì, agosto 18, 2006

"Non ha niente", invece va operata

"Non ha niente", invece va operata.

Un caso di errore medico successo a Firenze, riportato da "La Repubblica" in cronaca di Firenze del 18.08.06.


"Non ha niente, torni tra un anno" .

Leggendo la cronaca si potrebbe pensare ad un avvenimento di poca importanza invece è alquanto grave e si presta ad alcune riflessioni.

1- una struttura pubblica che lavora per la "prevenzione oncologica", meglio sarebbe dire per la diagnosi precoce dei tumori maligni, se fallisce una diagnosi precoce significa "vanificare la propria missione";

2- lavorare secondo protocolli validati non giustifica l'errore, come qualcuno interpreta l'uso dei protocolli e linee guida;

3- la individualità del medico, la sua esperienza, la sua professionalità, il suo buon senso raggiunto dopo anni di professione, non possono essere sostituiti da linee guida nè da protocolli e questo caso lo dimostra;

4- quanti errori possono essere accettati come standard in una struttura pubblica che lavora (la cui mission e') per la diagnosi precoce (prevenzione?) dei tumori maligni?

5- possibile che la diagnosi precoce dei tumori maligni sia affidata a clinici la cui esperienza professionale possa essere messa in discussione (quanti giovani medici si incontrano negli ambulatori dove si fa diagnosi oncologica?)

La diagnosi precoce dei tumori maligni deve essere affidata a medici di provata esperienza, qualificati, che abbiano lavorato sul campo per decenni non per anni.

Forse attualmente c'e' una certa superficialità nella scelta dei consulenti medici, peccato.

Di fatto questo caso toglie la fiducia che fino ad ieri era riposta nella struttura per la diagnosi precoce dei tumori maligni, il recupero della fiducia è un pecorso in salita con ostacoli e richiede un ripensamento totale sul personale medico perche' l'individualità del medico non è sostituibile con linee guida e protocolli!!!!!

Non sara' il caso di cominciare a punire chi sbaglia nelle scelte? Chi sceglie deve essere sempre intoccabile?

"Non ha niente", invece va operata

"Non ha niente", invece va operata.

Un caso di errore medico successo a Firenze, riportato da "La Repubblica" in cronaca di Firenze del 18.08.06.


"Non ha niente, torni tra un anno" .

Leggendo la cronaca si potrebbe pensare ad un avvenimento di poca importanza invece è alquanto grave e si presta ad alcune riflessioni.

1- una struttura pubblica che lavora per la "prevenzione oncologica", meglio sarebbe dire per la diagnosi precoce dei tumori maligni, se fallisce una diagnosi precoce significa "vanificare la propria missione";

2- lavorare secondo protocolli validati non giustifica l'errore, come qualcuno interpreta l'uso dei protocolli e linee guida;

3- la individualità del medico, la sua esperienza, la sua professionalità, il suo buon senso raggiunto dopo anni di professione, non possono essere sostituiti da linee guida nè da protocolli e questo caso lo dimostra;

4- quanti errori possono essere accettati come standard in una struttura pubblica che lavora (la cui mission e') per la diagnosi precoce (prevenzione?) dei tumori maligni?

5- possibile che la diagnosi precoce dei tumori maligni sia affidata a clinici la cui esperienza professionale possa essere messa in discussione (quanti giovani medici si incontrano negli ambulatori dove si fa diagnosi oncologica?)

La diagnosi precoce dei tumori maligni deve essere affidata a medici di provata esperienza, qualificati, che abbiano lavorato sul campo per decenni non per anni.

Forse attualmente c'e' una certa superficialità nella scelta dei consulenti medici, peccato.

Di fatto questo caso toglie la fiducia che fino ad ieri era riposta nella struttura per la diagnosi precoce dei tumori maligni, il recupero della fiducia è un pecorso in salita con ostacoli e richiede un ripensamento totale sul personale medico perche' l'individualità del medico non è sostituibile con linee guida e protocolli!!!!!

Non sara' il caso di cominciare a punire chi sbaglia nelle scelte? Chi sceglie deve essere sempre intoccabile?

martedì, agosto 08, 2006

pubblico/privato - primari/direttori

Ma perchè si continua a scrivere di "Primari" quando invece esistono solo "Direttori"?
A qualcuno forse interessa mantenere questa dizione?
Sappiate che i "Primari" non esistono più !
Esistono i "Direttori" !
Le Leggi in vigore hanno abolito la qualifica di "Primario", ci sarà qualche motivo !
Attualmente in tutti gli Ospedali d'Italia esiste solo la qualifica di "Direttore" , dirigente superiore che si occupa di organizzazione della struttura a Lui affidata.
Il fatto che conviene parlare di "Primario" è interesse solo dell'interessato.
La difesa degli interessi dei "Direttori" e dei "Capi Dipartimento" non si identifica con la difesa degli interessi dei medici, sono solo una minima parte i dirigenti superiori e per questo bisogna fare una guerra? Per gli interessi di pochi medici bisogna contestare una legittima "pretesa" ?
Non caschiamo nella trappola, che i Direttori ed i Capo Dipartimenti facciano quello per cui sono ben pagati, nell'esclusivo interesse dell'Ospedale pubblico, se questa attività non gli interessa non sono obbligati a tramare per occupare posti che attualmente favoriscono l'attività privata.

lunedì, luglio 31, 2006

intelligenza emotiva

L'intelligenza emotiva è la base per un ambiente di lavoro sereno, produttivo, gratificante e quindi per il massimo rendimento finalizzato ai pazienti-clienti.
In chirurgia, specialmente tra i chirurghi, c'è un basso quoziente di intelligenza emotiva; l'EQ (Emotional Quotient) può essere migliorato ed il miglioramento può durare tutta la vita al contrario dell'IQ (Intelligence Quotient) che può essere migliorato solo durante lo sviluppo, poi diventa definitivo e bisogna accontentarsi di quello che si ha.
La base dell'EQ è rappresentata da:

COMPETENZA PERSONALE
Determina il modo in cui controlliamo noi stessi

Consapevolezza di se
Comporta la conoscenza dei propri stati interiori -preferenze, risorse e intuizioni

* Consapevolezza emotiva: riconoscimento delle proprie emozioni e dei loro effetti
* Autovalutazione accurata: conoscenza dei propri punti di forza e dei propri limiti
* Fiducia in se stessi: sicurezza nel proprio valore e nelle proprie capacità

Padronanza di se
Comporta la capacità di dominare i propri stati interiori, i propri impulsi e le proprie risorse

* Autocontrollo: dominio delle emozioni e degli impulsi distruttivi
* Fidatezza: mantenimento di standard di onestà e integrità
* Coscienziosità: assunzione delle responsabilità per quanto attiene alla propria prestazione
* Adattabilità: flessibilità nel gestire il cambiamento
* Innovazione: capacità di sentirsi a proprio agio e di avere un atteggiamento aperto di fronte a idee, approcci e informazioni nuovi

Motivazione
Comporta tendenze emotive che guidano o facilitano il raggiungimento di obiettivi

* Spinta alla realizzazione: impulso a migliorare o a soddisfare uno standard di eccellenza
* Impegno: adeguamento agli obiettivi del gruppo o dell'organizzazione
* Iniziativa: prontezza nel cogliere le occasioni
* Ottimismo: costanza nel perseguire gli obiettivi nonostante ostacoli e insuccessi

(Tratto da Lavorare con l'intelligenza emotiva di Daniel Goleman pag. 42)

COMPETENZA SOCIALE
Determina il modo in cui gestiamo le relazioni con gli altri

Empatia
Comporta la consapevolezza dei sentimenti, delle esigenze e degli interessi altrui

* Comprensione degli altri: percezione dei sentimenti e delle prospettive altrui; interesse attivo per le preoccupazioni degli altri
* Assistenza: anticipazione, riconoscimento e soddisfazione delle esigenze del cliente
* Promozione dello sviluppo altrui: percezione delle esigenze di sviluppo degli altri e capacità di mettere in risalto e potenziare le loro abilità
* Sfruttamento della diversità: saper coltivare le opportunità offerte da persone di diverso tipo
* Consapevolezza politica: saper leggere e interpretare le correnti emotive e i rapporti di potere in un gruppo

Abilità sociali
Comportano abilità nell'indurre risposte desiderabili negli altri

* Influenza: impiego di tattiche di persuasione efficienti
* Comunicazione: invio di messaggi chiari e convincenti
* Leadership: capacità di ispirare e guidare gruppi e persone
* Catalisi del cambiamento: capacità di iniziare o dirigere il cambiamento
* Gestione del conflitto: capacità di negoziare e risolvere situazioni di disaccordo
* Costruzione di legami: capacità di favorire e alimentare relazioni utili
* Collaborazione e cooperazione: capacità di lavorare con altri verso obiettivi comuni
* Lavoro in team: capacità di creare una sinergia di gruppo nel perseguire obiettivi comuni

(Tratto da Lavorare con l'intelligenza emotiva di Daniel Goleman pag. 43)

Ma allora voi siete intelligenti emotivamente parlando?

sabato, luglio 29, 2006

a proposito di ingiurie e diffamazione

Nell'ambiente chirurgico è abbastanza diffusa l'ingiuria e la diffamazione (a volte di proposito altre volte per naturale disposizione).

Da Doctor News
24 luglio 2006 - Anno 4, Numero 133

Corte di Appello di Milano
Frasi ingiuriose tra medici o espressione del diritto di critica?
Per valutare il carattere ingiurioso e diffamatorio e' necessario aver riguardo alle espressioni usate, in relazione al contesto in cui le stesse si inseriscono e in relazione alla qualità dei soggetti a cui pervengono. Affermare che un medico abbia "un discutibile senso di responsabilità, disinteresse decisionale verso i malati, scomparsa dalla gestione e dai contati col paziente e i familiari", è addebito oltremodo lesivo perché colpisce la deontologia professionale del medico, minandone l'immagine davanti ai colleghi in un particolare aspetto della professione, quello del rapporto di fiducia tra sanitario e paziente, che è di altissimo profilo morale.(avv. Ennio Grassini - www.dirittosanitario.net)

lunedì, luglio 24, 2006

ascoltare è determinante per la conoscenza

Nella comunicazione la maggior parte del tempo è dedicata all'ascolto.
In un sistema di comunicazione ideale si hanno differenti rappresentazioni delle diverse forme di comunicazione.
Normalmente le percentuali di tempo dedicata alla comunicazione sono:

-ascoltare: 40%
-parlare : 35%
-leggere: 16%
-scrivere: 9%


Attualmente la comunicazione durante la visita medica in reparto di chirurgia generale è rappresentata da:

-ascoltare: 9%
-parlare: 16%
-leggere: 35%
-scrivere: 40%


Siamo sicuri che questa sia la situazione ottimale nel rapporto medico-paziente?
E' questo che riduce gli errori e soddisfa il cliente?
O forse serve solo a soddisfare le esigenze medico-legali?

venerdì, luglio 21, 2006

il mobbing a cardiochirurgia di Firenze-Careggi

Finalmente qualcosa si muove. La stampa riporta una iniziativa da suggerire ed imitare ai e dai mobbizzati.


Un quotidiano di oggi riporta l'aggiornamento sul mobbing a cardiochirurgia di Firenze-Careggi ( Richiesto risarcimento danni ).

Il mobber deve essere licenziato, il mobbizzato deve essere risarcito prima dei danni biologici , deve essere sufficiente la dimostrazione del demansionamento.

Il licenziamento ed il risarcimento dei danni sono gli unici strumenti validi per risolvere il problema del mobbing!!!

I dipendenti pubblici sono pagati con le tasse pagate dal pubblico, quelli che provocano danni all'istituzione pubblica ( come in caso di mobbing ) devono essere licenziati perchè l'unico vantaggio del mobbing è l'interesse privato in atti di ufficio e ci guadagna solo il mobber.


martedì, luglio 18, 2006

a proposito di sprechi

Lo spreco è qualcosa che viene utilizzato (quindi c'è una spesa di quattrini) ma non è indispensabile, anzi si usa in modo improprio e in quantità sproporzionata alla funzione; si può evitare di fare quella spesa con enormi vantaggi per le risorse economiche senza danni per i clienti.

In genere si generalizza dicendo che i medici sono la causa della spesa inutile, ma sono pochi i medici che firmano le polizze di richiesta di acquisti e sono bene individuabili (se si vuole), gli altri devono accodarsi ed adeguarsi.
Sono pochi, e sempre gli stessi, i medici che hanno la stanza pagata all'Hilton Hotel (o in alberghi meno impegnativi a seconda dell'importanza di potenziale di spesa del medico) in occasione del congresso.
Sono pochi (rispetto alla massa di medici ospedalieri) quelli che usufruiscono di viaggi negli USA sponsorizzati.
Stranamente i medici che usufruiscono di sponsorizzazioni sono quelli che possono influenzare gli altri colleghi (non per maggiore preparazione professionale ma per posizione dominante, per referenzialità o per "opinion maker";).
Esiste un sistema indiretto per valutare l'importanza commerciale di un medico ospedaliero:
quanto è cercato dai rappresentanti!
Chi controlla gli acquisti?
Chi verifica l'utilità degli acquisti?
Chi controlla che fine fanno gli acquisti?
Basterebbe collegare le sponsorizzazioni agli acquisti e verificare.
Qualche anno fa fu regalata al reparto una telecamera digitale per le esigenze di documentazione, non si sa dove' è nè chi ce l'ha, è sparita e non c'è denuncia di smarrimento.
Tutti conoscono il meccanismo psicologico (a chi non è capitato di vedersi offrire un fiore e poi richiesti di una offerta? vedi gli arachrisna) per cui quando si riceve un dono si ha una pulsione interna a ricambiare, a "disobbligarsi" ! non necessariamente bisogna pensare al comparaggio o a favori di scambio.
Provare per credere.
...continua...

giovedì, giugno 22, 2006

risparmiare si può, esempio ernia inguinale

Il problema più importante ed attuale è risparmiare.


In Chirurgia Generale l'intervento più frequente e che incide sul budget, perchè utilizza materiale monouso protesico, è l'intervento chirurgico di "riparazione dell'ernia inguinale con protesi".


L'intervento chirurgico di riparazione dell'ernia inguinale con protesi è gestito in "day surgery" ed incide significativamente sul budget del reparto.


L'intervento ha risultati simili tra i vari chirurghi (Effects of training and supervision on recurrence rate after inguinal hernia repair) per cui si può considerare il risultato finale costante.

Si potrebbe sicuramente risparmiare.


Consideriamo la media di 500 interventi chirurgici per ernia inguinale, in 1 anno:

-riparazione con protesi, costo medio della protesi 100,00 euro, costo totale delle protesi 50.000,00 euro,

recidive per riparazioni con protesi 1%;

-riparazione senza protesi, risparmio di 50.000,00 euro,

recidive per riparazioni senza protesi 5%;


Proposta:

-selezionare i pazienti che necessitano di riparazione con protesi,

-riservare le protesi per le recidive,

-il paziente può scegliere la riparazione con protesi e quindi paga il costo della protesi (100,00 euro),


E' ragionevole?


Conflitti di interesse?


...continua...

mercoledì, giugno 21, 2006

tipica polemica in chirurgia

Una complicazione grave in chirurgia è la deiscenza dell'anastomosi.

L'anastomosi intestinale è la sutura che unisce due margini intestinali (quindi la ricostruzione della continuità dell'intestino) o più in generale la sutura di due strutture canalicolari.
La tecnica deve essere accurata e le condizioni devono essere ideali per la garanzia di tenuta.
Qualche volta, per motivi vari ma sempre per difetti di tecnica, qualche punto può saltare e quindi si verifica la deiscenza con aggravarsi delle condizioni del paziente (a seconda dell'entità della deiscenza) e necessità di reintervento; il paziente può diventare "settico" e spesso morire (a volte dopo ripeturi reinterventi).
Quando questa complicazione succede ad un paziente operato da un collaboratore l'avvenimento è gravissimo (il grado di gravità dipende da chi è il collaboratore).
Quando questa complicazione succede ad un paziente operato dal Direttore in genere è colpa della sfortuna oppure "sono cose che possono succedere" oppure è colpa di qualche altra cosa oppure è colpa dell'aiuto (tipica ricerca del colpevole "altro" e colpevolizzazione altrui) sempre, comunque, innocenza del Direttore.
...continua...

martedì, giugno 20, 2006

un rischio ospedaliero ignorato

Uno dei rischi ospedalieri piu' dissimulati ( e per questo piu' pericoloso! ) e' quello dell'autoreferenzialita'.

Il Direttore sbaglia come gli altri collaboratori ma nessuno dei collaboratori si permetterebbe di segnalare l'errore.
E' esperienza comune che quando il Direttore commette un errore (e ce ne sono tanti! specialmente in chirurgia) nessuno si permette di segnalarlo, tutti i collaboratori diventano complici nel dissimulare l'errore e nel coprire (= mafia) l'accaduto.
Il Direttore si trasforma in segnalatore per gli errori (o supposti tali) dei propri collaboratori ma mai discuterebbe un proprio errore (errori che sono uguali a quelli dei collaboratori, leggi "vedere la pagliuzza ma non la trave";) ma sopratutto e' sempre "quello che scaglia la prima pietra!).
In tutto questo non c'entra niente l'interesse del paziente.
Si fanno uffici e poltrone per il "risk management", cosa sacrosanta ma e' un fatto che sarebbe anche necessario veificare quello che succede per ignoranza che abbonda (..o malafede?).
A quando gli esami dei decessi e delle complicazioni come indagine retrospettiva per valutare la qualita' ?

...continua...

lunedì, giugno 19, 2006

a proposito di rischi ospedalieri

Il rischio in ospedale è l'argomento del momento.
In ospedale si hanno maggiori rischi al cambio del turno.

Lavorare per turni comporta rischi tipici di questo sistema di lavoro, sia per infermieri che per medici.
I momenti più rischiosi sono da mezz'ora prima a mezz'ora dopo il cambio del turno, nessun reparto fa eccezione.
Quelli che devono smontare sono già con la testa "ad andar via", quelli che montano "devono entrare con la testa" a quello che li aspetta.
I cambi dei turni, in genere, sono tre:
-mattina
-metà giornata
-sera (per la notte).
Il consiglio è di non andare in ospedale in corrispondenza dei cambi dei turni (potendo), per le urgenze......

sabato, giugno 17, 2006

fondata la prima scuola di Medicina d'Emergenza-Urgenza

Da:
Doctornews
12 giugno 2006 - Anno 4, Numero 103

Formazione
Fondata la prima scuola in Medicina d'Emergenza-Urgenza.
A scuola di emergenza-urgenza. E' riservata ai medici. Una scuola di cui l'Italia ha assolutamente bisogno, basterebbe seguire le cronache che purtroppo spesso raccontano di eventi drammatici. E' nata, attesa da molti anni, qualcuno ha detto anche troppi, la Scuola di Specializzazione in "Medicina d'Emergenza-Urgenza". L'Italia, Paese dell'emergenza continua, non aveva una Scuola medica dedicata a questo scopo. Una battaglia che premia anni di impegno della Società Italiana di Medicina d'Emergenza-Urgenza (SIMEU), presieduta da Vito Giustolisi, Direttore del Dipartimento di Emergenza-Urgenza nell'Azienda Ospedaliera Universitaria Vittorio Emanuele Ferrarotto e S. Bambino di Catania. Ne dà notizia un decreto del MIUR a firma del ministro Moratti, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 23 maggio. "La Scuola di Specializzazione - dice Giustolisi - permetterà di dare cultura, formazione e professionalità ai medici che operano in Emergenza-Urgenza sul Territorio e negli Ospedali (Emergenza territoriale, 118, Pronto Soccorso e Medicina d'Urgenza). Fino ad ora, infatti, il reclutamento del personale medico per i servizi di Emergenza-Urgenza è stato assicurato da medici di estrazione diversa e pertanto senza un'identica base culturale e con una formazione ottenuta sul campo. Una bella notizia per il mondo medico ma anche per i cittadini tutti che adesso, davanti all'emergenza e all'urgenza possono sentirsi più tranquilli e garantiti.

Non è che fino ad ora l'emergenza e l'urgenza non siano state al servizio totale degli italiani, è stato svolto un ottimo servizio. Solo che adesso entra in campo una professionalità specifica. E si sa quanto sia importante questa professionalità in momenti drammatici e concitati che fanno seguito ad un intervento in cui c'è bisogno di prontezza e capacità. La realizzazione della Scuola è il successo di una lunga battaglia a tutti i livelli portata avanti da tanti anni dalla nostra Società ma anche delle altre Società a noi vicine nella istituenda Federazione Intersocietaria d'Emergenza-Urgenza".

"E' importante sottolineare - aggiunge Giustolisi - che l'obiettivo prioritario della Scuola di Specializzazione è quello di preparare i medici che dovranno affrontare con competenza e professionalità le situazioni di emergenza-urgenza, gestendo i problemi connessi con la maggiore garanzia possibile per i pazienti che accedono ogni giorno alle strutture di Pronto Soccorso, ai Presidi territoriali di Emergenza e di Guardia Medica o che fruiscono del 118. Adesso la scuola è una realtà, bisognerà procedere alla sua attivazione in tutte le Università".
--------------------
...e fino ad oggi?
....e per altri 5 anni?

venerdì, giugno 16, 2006

il chirurgo d'urgenza aspetta a casa

Il chirurgo d'urgenza, a Firenze, nel 2006, aspetta a casa di essere chiamato per operare l'urgenza!

Per fortuna non in tutti gli ospedali fiorentini, forse è l'unico ospedale ad avere questa organizzazione.
A tutt'oggi, 2006, il chirurgo che deve operare di urgenza aspetta a casa la telefonata per recarsi in ospedale e fare l'intervento d'urgenza.
Qualcuno, un suo collega, "gli apparecchia la tavola e lui va a mangiare" a chiamata.
Povero DEA, con tutti gli sforzi che fanno per essere moderni!
Organizzazione moderna, ovviamente nell'interesse del paziente.
......continua....

giovedì, giugno 15, 2006

i centri di eccellenza

Al congresso di chirurgia,2006, chirurghi dicono agli altri chirurghi che bisogna inviare i pazienti al centro di eccellenza.

Se il paziente deve operarsi per una ernia inguinale è bene inviarlo al centro di eccellenza per le ernie inguinali.
Se il paziente deve operarsi per laparocele (ernia post-chirurgica) è bene inviarlo al centro di eccellenza per gli interventi chirurgici della parete addominale.
Se il paziente deve operarsi per emorroidi è bene inviarlo al centro di eccellenza per gli interventi di proctologia.
Se la paziente deve operarsi per tumore al seno è bene inviarla al centro di eccellenza per tumori al seno.
Se la paziente deve operarsi alla tiroide è bene inviarla al centro di eccellenza per gli interventi chirurgici alla tiroide.
Se il paziente deve operarsi per calcoli alla colecisti è bene inviarlo al centro di eccellenza per gli interventi epato-biliari in laparoscopia.
Se il paziente deve operarsi per un tumore gastrico è bene inviarlo al centro di eccellenza per gli interventi di oncologia.
Se il paziente deve operarsi per un tumore intestinale è bene inviarlo al centro di eccellenza per gli interventi di oncologia in laparoscopia.
Se il paziente deve essere operato per trauma al fegato è bene inviarlo al centro di eccellenza per gli interventi al fegato in laparoscopia.
Se il paziente deve operarsi per un tumore al polmone è bene inviarlo al centro di eccellenza per gli interventi al polmone.
Sarebbe utile avere un elenco dei centri di eccellenza per ogni tipo di patologia.
Gli altri cosa fanno?
Quelli sfortunati che non vanno al centro di eccellenza hanno un trattamento peggiore?
Potremmo chiudere tutti i reparti di chirurgia e lasciare solo i centri di eccellenza, per onestà e risparmio.
I risultati dei centri di eccellenza quali sono?
I risultati dei reparti di chirurgia "normali"="non di eccellenza" quali sono?
Misteri.
Evviva il marketing ed i furbi, in fondo la pubblicità è l'anima del commercio!
Io speriamo che me la cavo!
.......continua........

mercoledì, giugno 14, 2006

chi lancia la prima pietra?

il sanzionatore, il gattopardo, i ladri di Pisa, il segnalatore, la diffamazione,........chi lancia la prima pietra?
......sicuramente saranno loro!

martedì, giugno 13, 2006

la diffamazione

"La diffamazione, così come l'ingiuria, consiste in una manifestazione del
pensiero, che rileva, ai fini della consumazione del reato, nella misura in
cui l'espressione offensiva venga a conoscenza di un'altra persona o
comunque sia da altri percepita.
L'offesa è rivolta nei confronti della reputazione della persona - che al
momento possiamo intendere come la "personalità sociale", il valore sociale
di un determinato individuo - che può essere lesa o messa in pericolo da
chiunque attribuisca al soggetto interessato qualità o fatti in qualche modo
disonoranti."

lunedì, giugno 12, 2006

il segnalatore

Il segnalatore e' il chirurgo, facente parte del gruppo di chirurghi, che segnala gli errori dei propri colleghi all'autorita' istituzionale.

L'autorita' istituzionale (che spesso e' lo stesso segnalatore) si incarica di delegare un collega (in genere persona di sua fiducia) ad istruire un processo per (ovviamente e' tutto deciso prima) condannare gli errori commessi e di conseguenza il o i colleghi che sono colpevoli (che sono ignari di quello che li aspetta).
Il tutto in riunione organizzata con informazione alla direzione sanitaria.
Non c'e' peggiore giudice del proprio collega specialmente se e' componenete del gruppo e persona di fiducia del Direttore (conflitto di interesse?).
E' uno spettacolo in cui vengono sovvertiti tutti i concetti e le regole del vivere civile oltre del reciproco rispetto tra professionisti.
Obiettivo dell'iniziativa? Tutelare l'interesse dei pazienti e dell'Azienda Ospedale!
Segnalo l'avvenimento affinche' qualcuno premi i segnalatori ed i colleghi che si prestano (contenti) a fare da giudici (entusiasti perche' finalmente possono dire agli altri cosa bisogna fare, come bisogna fare, come bisogna comportarsi).
Il segnalatore ed i giudici rilevano come la mancanza o la deficitaria comunicazione sia alla base degli errori, la loro "trave" quando verra' giudicata? da chi?
La cultura della sinistra dell'europa dell'est e' sempre presente e viene utilizzata con piacere anche da quelli che si dichiarano diversi!
.....continua.....

sabato, giugno 10, 2006

i ladri di Pisa

Renzo Raddi nel suo "A Firenze si parla così":
Fare come i ladri di Pisa. Che di giorno litigano e fanno a bòtte e di notte si ritrovano insieme per andare a commettere ribalderie.

venerdì, giugno 09, 2006

il gattopardo

Nell'ambiente chirurgico ci sono in atto grandi cambiamenti.

I cambiamenti attuali, condizioni di lavoro e rapporti gerarchici, sono simili a quelli degli anni '60; tutto cambia affinche' tutto resti uguale.
Avremo un prossimo '68?

giovedì, giugno 08, 2006

il sanzionatore

la moderna direzione dei collaboratori, sanzionare!

i collaboratori che non condividono devono essere sanzionati!
ma chi sanziona i sanzionatori?

mercoledì, giugno 07, 2006

chiarimenti per i non chirurghi

Per capire il post precedente e' necessario avere alcune informazioni che mancano a chi non fa il chirurgo generale.

Ogni intervento chirurgico ha dei tempi di esecuzione piu' o meno standard.
L'intervento chirurgico per ernia inguinale e' quello che si presta maggiormente come riferimento perche' piu' costante come durata.
Consideriamo le fasi dell'intervento chirurgico:
-sistemazione del paziente sul tavolo operatorio, monitoraggio,
-anestesia locale, 10-15 minuti tra iniezione ed inizio dell'effetto,
-intervento chirurgico, durata da incisione della cute a sutura della cute, 30-45 minuti a seconda delle difficolta' che si trovano,
-cambio del paziente, cioe' si toglie un paziente e si colloca un altro paziente, 30 minuti,
tra un paziente e laltro bisogna fare una pulizia della sala operatoria sommaria?
comunque si calcola che i tempi sono di 60 ( 40-90 ) minuti per ogni intervento chirurgico per ernia inguinale.
Riferendosi a 60 minuti per una ernia inguinale quante se ne possono fare in una mattina (dalle 8.00 alle-14.00) ?
Si entra in servizio alle 8.00, ci si cambia, si entra in sala operatoria, si inizia alle 8.30.
1) 8.30-9.30
2) 9.30-10.30
3) 10.30-11.30
4) 11.30-12.30
5) 12.30-13.30
se si e' precisi come macchine, e senza imprevisti, si possono fare 5 ernie inguinali in una mattina di sala operatoria.
Come e' possibile prevedere di operare 6 o piu' pazienti ( nel tempo 8-14 ) senza abbassare la guardia contro il rischio?
Alla Fiat hanno le tabelle dei tempi di esecuzione delle prestazioni (esiste un volume che riporta i tempi)
e quando portate la macchina per il tagliando fanno riferimento a quei tempi per fare la fattura, se l'ospedale deve essere azienda adeguiamoci.
Siamo sulla strada!
...continua...

martedì, giugno 06, 2006

ospedale/azienda, solo azienda

Esperienza di day surgery, rimproverati i chirurghi che non hanno completato la lista operatoria del giorno.

Una mattina in day surgery.
Orario 8-14, se si sfora il personale non viene pagato.
Lista operatoria della mattina:
1- ernia inguinale bilaterale, anestesia spinale (2 ernie inguinali)
2- ernia inguinale monolaterale (inguino-scrotale), anestesia spinale
3- ernia inguinale monolaterale, anestesia locale
4- ernia inguinale monolaterale, anestesia locale
5- lipoma racemoso
6- cisti pilonidale
Per problemi clinici vengono operati i primi 4 pazienti e gli ultimi due sono rinviati, cioe' il 4o paziente viene operato ma l'intervento finisce alle 13.45 per cui gli altri sono rinviati dal momento che alle 14.00 finisce il turno infermieristico.
I chirurghi sono rimproverati perche' non sono riusciti a completare la lista operatoria entro le 14.00.
Esempio di chirurghi-operai controllati dal collega controllore che e' preoccupato del rendimento in termini numerici.
Anni fa si leggeva di medicalizzazione della salute, oggi si organizza in funzione dei numeri e contemporaneamente si erigono muri alla sicurezza riflettendo che bisogna erigere muri al rischio e discutendo di qualita' .
Non sarebbe meglio lavorare a cottimo?
Ma Ippocrate dove e'?
...continua...

lunedì, giugno 05, 2006

errori medici in ospedale

Da DoctorNews del 6 Aprile 2006 – Anno 4, Numero 63

32 mila morti l'anno per errori medici in ospedale

Un decesso su sei causato da errata valutazione dei camici bianchi, un libro 'racconta' l'errore cognitivo
Sono circa 32 mila, ogni anno in Italia, le morti in ospedale dovute a errori medici: più o meno il 2,5% del totale dei decessi che si registrano nella penisola ogni 12 mesi. Ben oltre il numero delle vittime della strada. Questi numeri, elaborati dall'Istat, rivelano un problema serio. Anche perché ai decessi veri e propri vanno aggiunti altri 300 mila casi in cui, sempre per errore, viene pregiudicata e seriamente danneggiata la salute del malato. Ma c'è di più: una fetta consistente degli sbagli commessi dai camici bianchi italiani, più o meno uno su sei (vale a dire 5.000 l'anno) è attribuibile a un ragionamento sbagliato, definito errore cognitivo, e non a negligenza o incompetenza del medico. Questo fa presupporre che almeno una parte di essi possa essere evitata. Da questa considerazione nasce il libro 'La dimensione cognitiva dell'errore in medicina', presentato ieri a Roma alla presenza degli autori.

"Gli errori cognitivi - spiega Vincenzo Crupi, ricercatore del dipartimento di Scienze della cognizione e della formazione all'università di Trento e al Laboratoire de Psychologie cognitive dell'ateneo di Marsiglia, in Francia, uno degli autori - si verificano nel selezionare ed elaborare le informazioni rilevanti per prendere decisioni. Per questo possono commetterli anche gli specialisti più competenti". I campi dove si sbaglia di più sono, come prevedibile "l'emergenza-urgenza, cioè il Pronto soccorso, e la chirurgia".

A rimarcare il concetto è l'altro autore Gian Franco Gensini, presidente della Fondazione Smith Kline e preside della Facoltà di Medicina dell'università di Firenze. "Nonostante i medici conoscano il calcolo delle probabilità e la statistica - dice - nell'affrontare problemi decisionali complessi con limitate disponibilità di tempo, i camici bianchi possono affidarsi a 'scorciatoie' mentali che producono errori sistematici e prevedibili". Cosa fare, allora, per ridurre al minimo le probabilità di errore? "Innanzi tutto è necessario lavorare in team. Per confrontare diagnosi, scelte, opinioni e dunque decisioni. E poi - spiega Riccardo Tartaglia, direttore del Centro gestione del rischio clinico della Regione Toscana - avvalersi della tecnologia oggi a disposizione, anche per la formazione dei futuri camici bianchi". L'esperto si riferisce ai tanti "programmi di simulazione, che purtroppo sono ancora poco utilizzati nel nostro Paese".

E proprio per sottolineare l'importanze di una corretta sensibilizzazione della classe medica, "il prossimo giugno partirà, all'università di Firenze, un corso con l'obiettivo di introdurre i fondamenti della teoria normativa della decisione gli esiti della ricerca cognitiva sulla decisione medica. Il corso - dice Vincenzo Corbetta, dell'Unità funzionale di medicina respiratoria dell'ospedale Careggi, vicino al capoluogo toscano - darà spazio a esempi ed esercitazioni che suggeriscono come gli errori cognitivi possano essere riconosciuti ed evitati nei diversi compiti clinici in cui si presentano".

sabato, giugno 03, 2006

il gruppo chirurgico 3

Il cliente che ha necessità di un intervento chirurgico per calcolosi della colecisti, quindi una colecistectomia laparoscopica (VLC), un intervento di routine tra i più diffusi (rappresenta quasi il 20% degli interventi chirurgici di un gruppo chirurgico), dovrebbe scegliere in quale ospedale andare.

Con quali criteri il cliente sceglie l'Ospedale?
Il cliente di solito sceglie l'Ospedale più vicino, non gli interessa sapere le caratteristiche dell'Ospedale nè gli interessa conoscere la prestazioni del gruppo chirurgico, le sue aspettative sono che in genere va tutto bene.
Se il cliente volesse avere notizie sull'Ospedale non le potrebbe avere perchè nessuno gliele fornirebbe!
Tanto meno può ottenere informazioni sul gruppo chirurgico!
Sul sito internet dell'Ente Ospedaliero Cantonale del Ticino (Svizzera) è reso pubblico il consuntivo 2005 dell'EOC.
E' un esempio che dovrebbe essere la norma.
...continua...

venerdì, giugno 02, 2006

il gruppo chirurgico 2

Secondo la normativa attuale l'Ospedale è una Azienda, come tale produce in funzione dei bisogni, offre risposte ai bisogni dei clienti.

Il cliente ha necessità di un intervento chirurgico per ernia inguinale, l'Azienda offre l'intervento chirurgico richiesto.
Con questa logica il cliente può rivolgersi ad una azienda-ospedale e richiedere l'intervento chirurgico.
Non è importante il chirurgo che effettua l'intervento chirurgico, tanto meno è importante chi è il Direttore del gruppo chirurgico.
Quando si acquista un'automobile ci si interessa delle caratteristiche dell'automobile e poi si sceglie la marca (Lancia-Fiat-Ford-etc...) non ci interessa sapere chi è il Direttore del reparto carrozzeria o del reparto assemblaggio nè ci interessa conoscere i nomi degli operai della squadra che ha fatto l'assemblaggio della macchina quindi una completa spersonalizzazione degli operatori, solo il prodotto.
Il progresso nella sanità porta alla spersonalizzazione della prestazione sanitaria, si acquista il prodotto e non ci interessa l'operatore artefice del prodotto.
Purtroppo alla maggior parte dei clienti piace scegliere o farsi indicare da quale chirurgo andare.
Contrasto tra voglia di Azienda (risparmio sulle prestazioni) e necessità umana di personalizzazione della prestazione chirurgica.
La conclusione è che la massa deve rivolgersi all'Azienda mentre l'individuo preferisce scegliere e quindi paga di persona la scelta .
...continua...

giovedì, giugno 01, 2006

il gruppo chirurgico

Il gruppo chirurgico è rappresentato dai chirurghi della "Struttura Complessa" di Chirurgia Generale.

In riferimento alla riforma sanitaria "Bindi" ( Dlgs 229/99, art.15 ) esiste un solo livello di dirigenti medici chirurghi, di questi 1 è il Direttore della "Struttura Complessa" responsabile del gruppo con funzioni definite dalla legge.

Nella "Struttura Complessa" di Chirurgia Generale i dirigenti medici chirurghi devono essere tutti specialisti in Chirurgia Generale.
Il Direttore (specialista in Chirurgia Generale) coordina ed organizza il lavoro dei dirigenti medici chirurghi specialisti in Chirurgia Generale.
Ognuno degli specialisti in Chirurgia Generale ha un incarico che varia dall' "incarico organizzativo" all' "incarico professionale".
I dirigenti medici chirurghi generali possono avere anche altre specializzazioni ed, in genere, il loro incarico professionale si identifica con la seconda specializzazione come arricchimento del gruppo chirurgico.
Non tutti i chirurghi sanno fare tutto (non è auspicabile perchè i progressi in chirurgia sono incalzanti) per cui la diversificazione è una garanzia, per i clienti/pazienti, di ricevere la prestazione giusta, dal professionista giusto, nel posto giusto, al momento giusto, nel modo giusto, al costo giusto (cioè in modo "appropriato").
Tutto questo è una realtà di oggi!
In passato esisteva il "Primario" che sapeva tutto, sapeva fare tutto, sapeva come comportarsi in ogni situazione, ed aveva i collaboratori (non necessariamente specialisti) che lo aiutavono in questa funzione, una figura assurda che è stata cancellata dalla Legge per evidente anacronismo e pericolosità (pericoloso per i clienti/pazienti)!
...continua...

mercoledì, maggio 31, 2006

la valutazione dei chirurghi 2

I livelli di giudizio della valutazione dei chirurghi sono (vedi precedente post) : insoddisfacente, soddisfacente, pienamente soddisfacente, eccellente, non valutato.
Giudizi aziendali espressi attraverso il Direttore a suo insindacabile giudizio, soggettivo, personale.
Ma riferiti a cosa?

I livelli di giudizi sono riferiti agli indicatori aziendali:

Indicatori:

1. Area dell’investimento su di se
a. Impegno verso l’organizzazione
b. Flessibilità
c. Spirito di iniziativa

2. Area dell’investimento nell’azienda
a. Comunicazione
b. Collaborazione
c. Sensibilità economica e utilizzo appropriato delle risorse strumentali

3. Area dell’investimento all’esterno
a. Orientamento agli utenti
b. Gestione relazioni

4. Area dell’investimento nei risultati
a. Efficacia/orientamento degli obiettivi
b. Gestione delle situazioni di lavoro/problem solving

I giudizi sono riservati, non possono essere resi pubblici.

Vi sareste aspettati tipi di indicatori più professionali ?
Come, per es.,
-quanti interventi chirurgici di elezione/urgenza/emergenza in 1 anno
-quali tipi di interventi chirurgici
-quali complicazioni per ogni tipo di intervento chirurgico
-quante complicazioni per ogni tipo di intervento chirurgico

Questi dati, pur essendo a costo zero, non si avranno mai !

Sono i dati che interessano maggiormente i clienti/pazienti e che fanno la qualità/affidabilità del gruppo chirurgico e quindi dell'Ospedale.

Non sarebbe nell'interesse dell'Azienda diffonderli?

...continua......

martedì, maggio 30, 2006

la valutazione dei chirurghi

I chirurghi sono valutati dal proprio Direttore, come in ogni azienda, sono vere e proprie note caratteristiche che andranno nel fascicolo del chirurgo e fanno parte del suo curriculum aziendale da considerare per eventuali incarichi di carriera.

Le note vengono esaminate poi dal nucleo di valutazione dei dirigenti.

I livelli di giudizi sono:


1- Insoddisfacente: Il valutato ha effettuato comportamenti che si sono rilevati non adeguati talvolta anche passivi ed indifferenti

2- Soddisfacente: Il valutato in situazioni normali ha attuato i comportamenti richiesti mentre in situazioni critiche e complesse ha avuto bisogno di essere sollecitato e supportato

3 - Pienamente Soddisfacente: Il valutato ha attuato in modo autonomo i comportamenti richiesti anche in situazioni critiche e incerte

4 - Eccellente: Il valutato ha attuato i comportamenti richiesti operando in autonomia e con senso di
responsabilità anche in situazioni critiche e incerte andando oltre le attese costituendo punto di riferimento per i colleghi

0 - Non Valutato: Impossibile esprimere un giudizio sul valutato


Le valutazioni, ovviamente, sono soggettive, personali, risentono dei metri e dei pesi che il Direttore ha interesse ad utilizzare per favorire nella carriera questi o quello oppure per giustificare scelte fatte in precedenza.

Siamo in pieno regime aziendale e quelli che vivono le realtà aziendali capiscono la situazione, possono utilizzare i filtri adatti a decriptare i comportamenti dei medici chirurghi aziendali.
.....continua....

lunedì, maggio 29, 2006

finalmente i numeri

Aggiornamento sulla vicenda di cardiochirurgia di Firenze, arrivano i numeri!

Leggendo l'articolo pubblicato su "il Giornale" del 24.03.06 si apprende che si cominciano ad usare i numeri per interpretare gli avvenimenti
"Careggi, cardiochirurgia : troppi interventi da rifare"
, il pubblico dovrebbe familiarizzare con questi dati ed i giornalisti dovrebbero ricercarli più frequentemente, pretenderli, hanno costo zero.
Il Direttore di cardiochirurgia deve essere sostituito, non difende gli interessi del "pubblico" (per cui è pagato con i soldi delle tasse che paghiamo) ma del suo "privato", vada a lavorare nel privato!
Avrà più gratificazione? Auguri!
I Direttori che, nel pubblico, non sanno utilizzare le risorse umane che hanno a disposizione, devono essere sostituiti, il loro posto è nel privato !
A quando una indagine (con numeri !) nelle chirurgie generali ?
....continua....

mercoledì, maggio 24, 2006

la giornalata

La "giornalata" è la pubblicazione sul giornale di notizie riguardo disservizi o fatti irregolari, nel caso specifico quando riguardano l'ambiente ospedaliero.

Il terrore dei dipendenti ospedalieri e dei dirigenti aziendali ospedalieri (massimo per i chirurghi) è la "giornalata", cioè la pubblicazione sul giornale di notizie che riguardano fatti accaduti in ospedale.
La giornalata, che aumenta le vendite del giornale, è sempre in riferimento a notizie negative.
Devo riconoscere che ce ne sarebbe da pubblicare!
Per fortuna la gran parte dei fatti non raggiunge la cronaca.
Vista dall'interno si considera con terrore la giornalata, a volte si utilizza il termine per minacciare e spesso la minaccia ha esito.
La giornalata è positiva per i clienti perchè, indirettamente, funziona come meccanismo di riflessione e di autoregolamentazione; dopo la giornalata si assiste ad un miglioramento (a volte temporaneo) della situazione.
Per il Direttore chirurgo arrogante (vedi vicende ospedaliere pregresse) la giornalata è punitiva (evidenzia un ambiete chirurgico conflittuale e quindi poco sicuro), se non ci fosse la giornalata nessuno saprebbe niente e tutto continuerebbe immodificato.
Per il chirurgo collaboratore, che subisce l'arroganza del Direttore chirurgo, la giornalata è l'unica speranza perchè qualcosa cambi; gli organi istituzionali aziendali non sono sensibili alla atmosfera dell'ambiente lavorativo, a loro interessano i numeri degli indicatori di funzionalità finale, se i numeri sono buoni=tutto va bene.
La giornalata che riporta una disgrazia avvenuta ad un paziente lascia una traccia nell'ambiente, modifica i comportamenti ed in definitiva permette un miglioramento per il futuro.
La giornalata è sicuramente un freno per i professionisti mediocri, supera le complicità ambientali e permette una crescita positiva dell'ambiente.
Sarebbe auspicabile una maggiore presenza dei giornalisti nell'ambiente ospedaliero, forse si limiterebbe il lavoro dei magistrati perchè la paura dell'opinione pubblica (=potere politico) è superiore alla paura del giudice ed i risultati sono in tempo reale.
...continua...

martedì, maggio 23, 2006

la colpa dell'organizzazione

La colpa dell'organizzazione. Che cosa è la colpa dell'organizzazione?

In chirurgia si identifica anche una colpa dell'organizzazione.
E' una colpa dovuta a che cosa?
L'organizzazione non è una astrazione, non è un astratto, è una cornice o una struttura entro la quale è costretto a muoversi il chirurgo e che può facilitare o meno un errore professionale.
L'organizzazione ha sempre un attore, un responsabile, un uomo/donna che dice l'ultima parola su cosa va fatto e cosa no.
Le sale operatorie hanno una responsabile che organizza i turni del personale e che assegna il personale per le varie esigenze oltre ad essere responsabile del materiale che è presente nei locali.
Se questa organizzazione è fatta ad uso e per esigenze del personale ne risente la necessità clinica.
Il reparto ha un personale infermieristico, la responsabile organizza e determina il funzionamento del reparto.
Il sabato e i giorni festivi ci sono meno presenze indipendentemente dalle esigenze cliniche.
Chi controlla queste cose?
I turni sono stabiliti dal Direttore, se qualcosa succede per la caratteristica dei turni si dice che è colpa dell'organizzazione.
In conclusione dietro un problema dell'organizzazione (che può condizionare un errore professionale) c'è sempre un responsabile uomo/donna che ha condizionato l'organizzazione ma si parla sempre della responsabilità personale del chirurgo.
...continua...

lunedì, maggio 22, 2006

demansionamento=dequalificazione professionale

Il demansionamento è uguale alla "dequalificazione professionale".
Il demansionamento consiste nella "dequalificazione professionale" che la Suprema Corte di Cassazione non ritiene sussistere automaticamente in ogni modifica quantitativa delle mansioni, con riduzione delle stesse, ma solo laddove esse finiscano per impedire la piena utilizzazione e l’ulteriore arricchimento della professionalità acquisita nella fase pregressa del rapporto, tenendo conto che la dequalificazione implica una sottrazione di mansioni tale – per la sua natura e portata, per la sua incidenza sui poteri del lavoratore e sulla sua collocazione nell’ambito aziendale – da comportare un abbassamento del globale livello delle prestazioni del lavoratore con sottilizzazione delle capacità dello stesso acquisite ed un consequenziale impoverimento della sua professionalità (V. Cassaz. n. 10284/00).
In ambito chirurgico il Direttore rappresenta l'amministrazione aziendale come estrema propaggine del Direttore Sanitario aziendale.
Non è certo interesse dell'Azienda demansionare un proprio chirurgo, cosa ci guadagnerebbe?
Invece è interesse del Direttore demansionare un chirurgo collaboratore, nello specifico si identifica un interesse privato in atti di ufficio=reato previsto dalla Legge.
Non è utile aspettare i danni psicologici (identificati in danni biologici), merita iniziare subito una vertenza per "interesse privato in atti di ufficio" contro il Direttore.
Immaginate che un ufficiale demansioni un proprio sottufficiale ed in campo operativo si ritrova una squadra parzialmente affidabile, quali risultati potrà avere per raggiungere l'obiettivo ordinatogli dal superiore?
Sarebbe interesse dell'esercito avere un tale ufficiale?
...continua...

sabato, maggio 20, 2006

azienda ospedale=fabbrica di automobili=compagnia aerea

Se è vero, e tutto si muove in questa direzione, che è importante la "marca" non il nome del professionista allora conviene avere dei mediocri, standard, chirurghi Direttori che sappiano organizzare e soddisfare le esigenze della struttura pubblica, sapendo utilizzare le risorse economiche ed umane disponibili.

Il miglior prodotto ottenibile con le risorse disponibili, al di fuori del sostenibile c'è solo l'illusione, le false aspettative sono solo per gli illusi.

L'interesse privato è il vero motivo del demansionamento del chirurgo da parte del Direttore quindi la soluzione è nel cambiare il Direttore nell'interesse del pubblico=ospedale=compagnia aerea=fabbrica di automobili.

Non servono i grandi chirurghi ma solo onesti professionisti, che sappiano svolgere l'attività di routine, rassegnati alla perdita dell'autonomia professionale, che sappiano creare ambienti di lavoro con collaboratori motivati e soddisfatti, che sappiano usare le risorse disponibili, nell'interesse della attività pubblica sostenibile e della comunità.
...continua....

venerdì, maggio 19, 2006

aggiornamento sulla vicenda mobbing medici chirurghi a Firenze

In cronaca di Firenze, del quotidiano "La Nazione" , del 12.03.06 si legge qualche informazione più precisa sulla questione demansionamento di chirurghi presso la cardiochirurgia di Careggi, ospedale policlinico di Firenze.


Se è vero quello che si legge, è lecita la domanda: interesse pubblico o interesse privato?

In tutti i casi di demansionamento di un chirurgo da parte di un Direttore c'è un interesse privato!

E' lecito un interesse privato in compiti di ufficio ?

Il Direttore di una struttura pubblica chirurgica ha come "mission" l'interesse del pubblico, deve, è suo compito, è pagato per questo, sapere utilizzare le risorse umane che ha a disposizione diversamente deve essere cambiato.

E' lecito, più economico, leggittimo, nell'interesse pubblico, cambiare il Direttore!

L'attuale usanza di scegliere i collaboratori senza considerare la professionalità oggettiva (ma solo per conoscenza e fedeltà) serve solo all'interesse privato della persona, basta con l'interesse privato nella struttura pubblica!

....continua....

giovedì, maggio 18, 2006

verso la perdita dell'autonomia professionale

In tutti i sistemi complessi la sicurezza si basa sulle barriere erette al rischio con la perdita dell'autonomia dei professionisti, sarà così anche in Ospedale?


da:
Il Sole 24 ore Sanità, 28/2-6/3 2006 Speciale.

«Ma la colpa non è (quasi) mai
del singolo professionista»

(di Guido Marcon * )

Il 90% degli errori
dipende dal sistema.

Il problema degli incidenti e dei danni derivanti dalle cure si sta ponendo come uno dei grandi problemi della medicina a livello internazionale. L’attuale percezione del problema degli incidenti causati dalle cure mediche evoca nel pubblico e nei professionisti sanitari una serie di emozioni che vanno dall’incredulità allo stupore e alla richiesta che il problema degli incidenti venga risolto alla radice.
È ormai sempre più invalsa la tendenza a “dare la caccia” al colpevole e da più parti si chiedono a gran voce punizioni esemplari per i responsabili degli errori medici e dei relativi danni.
Nella percezione comune (e non solo tra il pubblico ma anche tra i professionisti sanitari e nel sistema giudiziario) si crede che sia stata una o più persone identificabili a causare materialmente il danno. Ma questa visione, purtroppo semplicistica, non tiene conto che, nelle organizzazioni complesse come quella sanitaria, la responsabilità del danno non è che in minima parte ascrivibile a una sola persona.
Questa affermazione può anche stupire, ma è quasi sempre vera: di fatto l’analisi degli incidenti che avvengono nelle attività complesse (come Sanità, industria chimica, aviazione civile, trasporti ferroviari, centrali nucleari), basate sulla collaborazione tra più persone, dimostra certamente che una o più persone hanno causato il danno. E le responsabilità personali sono solo un elemento della genesi del danno, in quanto la maggiore responsabilità della catena di eventi che hanno causato il danno sta molto più in alto e va ricercata nel sistema.
Le cause degli incidenti infatti sono immediate e latenti: le prime si riferiscono ad azioni errate commesse da una o più persone, le seconde alle condizioni di lavoro nelle quali le persone operano.
Gli studi condotti da James Reason sugli incidenti nelle organizzazioni complesse hanno messo in luce che esiste certamente un individuo (o talvolta più individui) che materialmente ha causato il danno, ma che questo individuo (o questi individui) è stato messo nelle condizioni di creare un danno a causa del contesto in cui stava operando.
In altre parole il danno è l’effetto per il 10% degli individui e per il 90% dell’organizzazione.
Le nuove teorie del clinical risk management.
Sono emerse recentemente due nuove linee di pensiero relative alla prevenzione del rischio clinico. La prima si deve a J.S.
Spear, studioso statunitense di organizzazioni complesse, che ha come obiettivo la ricerca del miglioramento della qualità delle cure mediche mediante la risoluzione delle “ambiguità” nella fornitura delle cure e del servizio.
Secondo Spear l’ospedale non è organizzato intorno al paziente, ma in base alle diverse responsabilità e funzioni operative, che spesso non sono collegate tra di loro. Alla domanda «perché, nonostante i grandi avanzamenti della medicina, non si riescono a ridurre i difetti nella fornitura delle cure?», Spear risponde: la complessità del sistema sanitario crea un grave divario tra la competenza delle persone e la performance globale del sistema, causato da una serie di cause imputabili al sistema piuttosto che alle singole persone. Il sistema di fornitura delle cure è ricco di ambiguità (si pensi alle opinioni discordanti dei professionisti su un caso clinico).
Una seconda visione è quella di René Amalberti, uno studioso francese che ha ribaltato la rappresentazione del problema dei rischi e degli incidenti derivanti dalle cure. Per rendere la medicina un’attività sicura, dice Amalberti, è necessario riflettere attentamente sul fatto che alcune tradizioni radicate e consacrate dal tempo (come l’autonomia professionale) non solo non sono scolpite nella pietra, ma possono anche costituire un grosso ostacolo all’innovazione e al miglioramento delle modalità di prestazione delle cure. La persistenza di queste tradizioni ormai datate costituisce una barriera alla sicurezza dei pazienti (si veda Il Sole-24 Ore Sanità n. 40/2005).
I successi ottenuti nel miglioramento della sicurezza da parte dalle attività ad alto rischio (centrali nucleari, industria chimica, aviazione civile) sono stati resi possibili dall’abbattimento delle barriere alla sicurezza e dall’innalzamento di barriere al rischio, costituite dall’eliminazione di alcuni ostacoli strutturali capaci di impedire il progresso verso la sicurezza delle attività stesse. In sostanza, secondo Amalberti, è necessario identificare e rimuovere le barriere alla sicurezza (costituite da tutte le decisioni
o attività che mettono a rischio la sicurezza del paziente) e innalzare invece le barriere al rischio.

* Direttore Uo Lungodegenza
Ulss 13 Mirano (Veneto)
Professore a. c. di management clinico
Università di Padova
Risk manager clinico

mercoledì, maggio 17, 2006

ospedale=fabbrica di automobili

Quando si tratta di risparmiare (risparmiare è necessario) si cita anche la qualità. Risparmiare ma rispettando la qualità.

Cosa si intende per qualità?
Nessuno ha definito i parametri per identificare la qualità della prestazione di un ospedale nè di un gruppo chirurgico (il riferimento è a quando si ha bisogno di un intervento chirurgico).
Il paragone dell'ospedale ad una fabbrica di automobile ci semplifica la comprensione della "qualità" della chirurgia o dell'ospedale.
Quando si compra una automobile si esaminano diversi parametri e poi si sceglie (nessuno sceglie a caso), quando ci si accorge di essere stati truffati non si acquista più quella "marca" e quella fabbrica rischia la chiusura, succederà uguale anche per gli ospedali?
Negli USA gli ospedali sono classificati con stelle, pubblicano i loro risultati ( treatment results ) e la scelta dove andare è fatta basandosi su informazioni disponibili, inoltre le assicurazioni non si convenzionano con ospedali non affidabili ed al di sotto di uno standard stabilito dalle stesse assicurazioni.
Da noi queste informazioni potrebbero già essere disponibili ed a costo zero.
Al solito prendiamo dagli USA e dal NHS inglese quello che ci conviene.
Cominciamo a pretendere quello che ha costo zero=informazioni sui risultati dei trattamenti degli ospedali ed in particolare delle chirurgie!
Il risparmio verrà da sè (forse bisognerà chiudere qualche ospedale o licenziare qualche chirurgo) e dopo !.
....continua.....

ospedale=fabbrica di automobili

Quando si tratta di risparmiare (risparmiare è necessario) si cita anche la qualità. Risparmiare ma rispettando la qualità.

Cosa si intende per qualità?
Nessuno ha definito i parametri per identificare la qualità della prestazione di un ospedale nè di un gruppo chirurgico (il riferimento è a quando si ha bisogno di un intervento chirurgico).
Il paragone dell'ospedale ad una fabbrica di automobile ci semplifica la comprensione della "qualità" della chirurgia o dell'ospedale.
Quando si compra una automobile si esaminano diversi parametri e poi si sceglie (nessuno sceglie a caso), quando ci si accorge di essere stati truffati non si acquista più quella "marca" e quella fabbrica rischia la chiusura, succederà uguale anche per gli ospedali?
Negli USA gli ospedali sono classificati con stelle, pubblicano i loro risultati ( treatment results ) e la scelta dove andare è fatta basandosi su informazioni disponibili, inoltre le assicurazioni non si convenzionano con ospedali non affidabili ed al di sotto di uno standard stabilito dalle stesse assicurazioni.
Da noi queste informazioni potrebbero già essere disponibili ed a costo zero.
Al solito prendiamo dagli USA e dal NHS inglese quello che ci conviene.
Cominciamo a pretendere quello che ha costo zero=informazioni sui risultati dei trattamenti degli ospedali ed in particolare delle chirurgie!
Il risparmio verrà da sè (forse bisognerà chiudere qualche ospedale o licenziare qualche chirurgo) e dopo !.
....continua.....

martedì, maggio 16, 2006

dopo l'aereonautica arriva la fabbrica di automobili

Il paragone attuale prevede che il chirurgo si comporti come il pilota di aereo: il pilota segue procedure codificate ed il chirurgo deve seguire procedure codificate.

Stiamo (noi chirurghi) imparando a comportarci come i piloti di aereo; i clienti scelgono la compagnia aerea per il viaggio (in genere si sceglie l'orario ed il giorno di partenza in funzione dell'arrivo indipendentemente dalla compagnia) non i piloti.
Nello stesso modo i clienti del Servizio Sanitario Nazionale scelgono l'Ospedale (o così dovrebbero fare) non il chirurgo.
Purtroppo i piloti escono da una scuola che garantisce omogeneità di qualità di pilotaggio per ogni singolo modello di aereo mentre non è così per i chirurghi, ogni chirurgo è differente dall'altro!
In corso di cambiamenti si apprende che è meglio organizzare e lavorare come in una fabbrica di automobili.
Ospedale=fabbrica di automobili.
L'idea proviene dagli USA, da Seattle "Toyota Assembly Line Inspires Improvements at Hospital" .
Il caso è ripreso dal Corriere della sera del 6.03.06, "L'ospedale modello? Come una fabbrica" .
Il risultato principale di questa ultima equazione è il risparmio per cui conosciamo quale sarà il nostro futuro!
Quanto costerà l'adeguamento? Per ora "io speriamo che me la cavo" !
.....continua....

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sabato, maggio 13, 2006

tutti in sala operatoria

"Tutti in sala operatoria " è il titolo dell'articolo di "la Repubblica" del 5.03.06, cronaca di Firenze, che quasi segue la vicenda di il superchirurgo non ci fa operare del 18.02.06 sempre in cronaca di Firenze di "la Repubblica".

E' la vicenda della Cardiochirurgia di Firenze dove si manifestano episodi di mobbing con esclusione di chirurghi dalla sala operatoria.
E la chirurgia generale?
Succedono le stesse cose in chirurgia generale, chirurghi sono esclusi dalla attività di routine della sala operatoria, è sempre il "Direttore" che determina queste situazioni!
E' il "Direttore" che assegna gli interventi chirurgici, ufficialmente in funzione della capacità degli altri chirurghi ma di fatto in funzione di precise preferenze personali soggettive.
Se i Direttori Generali degli ospedali volessero veramente verificare l'attività dei chirurghi, e quindi riflettere sulle liste di attesa, potrebbero semplicemente ricavare dai registri di sala operatoria i dati occorrenti e cioè:
per ogni chirurgo conteggiare quanti interventi chirurgici fa di urgenza e di elezione (cioè programmati), elencati per tipo.
Dai registri di sala operatoria si possono ricavare dati precisi e, di conseguenza, verificare a chi vengono assegnati gli interventi chirurgici dai Direttori delle Chirurgie.
Se si cominciasse a pubblicare questo tipo di dati molto cambierebbe nell'ambiente chirurgico.
L'interesse del paziente sarebbe maggiormente tutelato a costo "zero".
....continua.....

venerdì, maggio 12, 2006

il modulo dell'urgenza

Per fare un intervento chirurgico di urgenza o di emergenza è necessario riempire un modulo!

Quando il chirurgo decide di fare un intervento chirurgico di emergenza o di urgenza deve compilare un modulo di richiesta e consegnarlo al comparto operatorio nelle mani del o della responsabile presente al momento.
Il modulo deve essere sempre compilato e non viene attivata la sala operatoria se il modulo non è completo e consegnato.
Notate che (come si può leggere nel modulo) il chirurgo "propone" l'intervento chirurgico che un infermiere e l'anestesista devono "convalidare" (se non convalidassero? ).
La presentazione del modulo compilato vale anche per le emergenze (mi sono sempre sentito chiedere anche per le emergenze "...dottore ha presentato il foglio? dove è il foglio?")
Quando contatto l'anestesista per l'emergenza-urgenza la prima domanda è: "hai consegnato il foglio alle sale?".
Quando contatto le sale la prima domanda è: "ha presentato il foglio? a parlato con l'anestesista?
Nel modulo si segna la data e l'ora della consegna del modulo, questo particolare è molto importante perchè documenta l'eventuale ritardo del trattamento chirurgico e quindi la delimitazione della responsabilità del chirurgo e dell'organizzazione aziendale (attivazione della sala operatoria ed orario di inizio dell'intervento chirurgico).
Da notare la finezza della "convalida" della "richiesta scritta" da parte dell'infermiere e dell'anestesista (cioè l'infermiere e l'anestesista "convalidano" la decisione del chirurgo di procedere ad un intervento chirurgico di emergenza o di urgenza! ) ovviamente il tutto nell'interesse del paziente.
Come cambiano i tempi!!!!
....continua.....

giovedì, maggio 11, 2006

l'intervento chirurgico d'urgenza

Le urgenze in chirurgia possono essere di vario tipo.

L'emergenza:
c'è pericolo di vita per il paziente e l'intervento chirurgico serve a salvare la vita (es.: grave emorragia, grave insufficienza respiratoria da trattare chirurgicamente).

L'urgenza:
1-immediata
2-differibile
3-programmabile

L'urgenza immediata:
l'intervento chirurgico deve essere effettuato entro le 3-4 ore per evitare complicazioni che possano compromettere la vita o che possano aggravare le condizioni del paziente nonostante la terapia medica (es.: perforazione viscerale, appendicite acuta, ernia strozzata, etc.....).

L'urgenza differibile:
l'intervento chirurgico deve essere effettuato entro le 6 ore per evitare complicazioni che possano aggravare le condizioni del paziente nonostante la terapia medica e compromettere le funzioni vitali (es.: occlusione intestinale senza compromissione vascolare, etc.....).

l'urgenza programmabile:
l'intervento chirurgico deve essere effettuato entro le 24 ore per evitare complicazioni che possano aggravare le condizioni del paziente nonostante la terapia medica e compromettere le funzioni vitali (es.: second look in patologie già trattate, etc.....).

Il problema nasce quando ci sono più emergenze in contemporanea e quando ci sono più urgenze immediate in contemporanea, il tutto si identifica con il punto di saturazione del comparto operatorio (quindi la capacità dell'ospedale a dare una risposta all'emergenza-urgenza chirurgica) condizionata dalla presenza dell'equipe chirurgica (sala operatoria disponibile, 3 infermieri, 2 chirurghi, 1 anestesista).
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mercoledì, maggio 10, 2006

la responsabilita' del chirurgo e quella dell'organizzazione

La responsabilità del chirurgo spesso è indipendente da quella dell'organizzazione.

Un classico esempio della differenza di responsabilità si ha nella chirurgia di urgenza.
Il chirurgo pone indicazione ad intervento chirurgico di urgenza per occlusione intestinale alle ore 15.00.
L'organizzazione delle sale operatorie deve poter consentire l'intervento chirurgico entro le tre ore.
Il caso dell'occlusione intestinale può interessare una situazione di sofferenza vascolare dei visceri per briglia o torsione intestinale per cui, con il passare del tempo, si ha un aumento della massa viscerale compromessa dalla deficienza della circolazione sanguigna.
Se l'intervento chirurgico è effettuato entro le tre ore potrebbe essere necessario resecare 1 metro di intestino ma se trascorrono 6 o più ore potrebbe essere necessario resecare anche quasi tutta la massa intestinale (ileo o colon) con differente danno per il paziente.
In questo caso, ritardo dell'intervento chirurgico, la responsabilità è dell'organizzazione (a meno di necessità particolari) per cui risponde (è imputata) l'Azienda per il risarcimento dei danni e non il chirurgo.
Usualmente si scrive e si parla di responsabilità del medico-chirurgo ma, per fortuna o sfortuna a seconda dei casi, si comincia a considerare la responsabilità dell'organizzazione (dell'Azienda-Ospedale).
Era ora!!
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